C’era una volta lo Statuto dei lavoratori

“Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”. Era questo il titolo della legge numero 300 del 20 maggio 1970, conosciuta col nome di Statuto dei lavoratori. Era, perché ormai non c’è più. E non è stata superata da un’altra, no: semplicemente, è stata smontata pezzo per pezzo nelle sue parti più significative in ragione di una visione ideologica di destra, curiosamente fatta propria e difesa da un governo che si vende come di sinistra.

L’ultimo provvedimento sulla possibilità di controllo a distanza dei dipendenti completa la trilogia dell’Esecutivo finalizzata allo smantellamento di tutte le tutele previste da quello Statuto in tema di libertà e dignità dei lavoratori, seguendo la possibilità dei licenziamenti senza giusta causa, anche collettivi, e senza reintegro, e la facoltà di demansionamento. Una roba che nemmeno la destra senza maschere aveva mai impunemente tentato.

L’articolo 4 del fu Statuto dei lavoratori prevedeva che non si potessero far uso di “impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori”; la formulazione della rinnovata norma per lo stesso argomento prevista nel decreto attuativo licenziato dai ministri del Pd dice sì che “gli impianti audiovisivi e gli altri strumenti dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori possono essere impiegati esclusivamente per esigenze organizzative”, ma si perita di aggiungere la postilla per cui quella disposizione “non si applica agli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione lavorativa”. Cioè, prima dice che non si possono usare per controllare continuamente il lavoratore, poi spiega che, però, sugli strumenti in dotazione, quell’impedimento non vale, e quindi, se il datore di lavoro vuole sapere dove fosse il lavoratore a una certa ora, potrà farlo controllando lo smartphone aziendale.

Se Jeremy Bentham avesse avuto un sofisticato device da fornire ai suoi sorvegliati, non avrebbe dovuto inventarsi il Panopticon: per realizzare la sua architettura/macchina perennemente osservante, gli sarebbe bastato scaricare i dati con una semplice app. Perché, infatti, il problema non è tanto e solo quello dei rapporti di forza nel mondo del lavoro, che comunque, con queste norme, vanno a vantaggio di chi ne ha di più, e quindi chi le vara, e chi sostiene il Governo dopo averlo delegato a legiferare in materia, sceglie con piena contezza il campo dove stare, quello dei più forti, appunto. Il vero rischio, dicevo, è nel modello di società a cui tali scelte mirano.

Una società in cui, attraverso i ricatti e le ritorsioni (modello Marchionne a Pomigliano, o Renzi sui precari della scuola, se preferite), il controllo diffuso e permanente in tutte le situazioni possibili, con particolare riferimento alla sfera lavorativa, spesso sottratta alla piena garanzia dei diritti dei singoli (emblematici i casi dei controlli preventivi per i lavoratori all’Expo o quelli disposti dalla Fincantieri a La Spezia), finanche l’intimidazione della libertà di parola quando è in dissenso col sentire comune (il caso dello scrittore Erri De Luca, a processo per le sue dichiarazioni, è forse il riassunto migliore di questa situazione), mira a determinare quel processo di creazione dei “corpi docili” di cui parlava Michel Foucault, perfetti per le moderne esigenze in fatto di economia e politica. Un processo da realizzarsi attraverso una disciplina che non va imposta con la forza, ma instillata attraverso la continua osservazione, il controllo e, quando può servire e a titolo dimostrativo, la premiazione dei migliori interpreti del pensiero unico e della fedeltà conformata.

Non so come la pensiate a riguardo; personalmente, però, credo che contro tutto questo si debba lottare, resistere, e non è possibile fare altrimenti. Perché è dalla rivendicazione di quelle libertà e di quella dignità di cui parlava lo Statuto che oggi viene cassato da chi ieri si diceva di sinistra, e con una leggerezza che fa rabbrividire, che passa la loro difesa in tutti i contesti e nei diversi ambiti della vita quotidiana: così, o barbarie.

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