Così, per dire

Dice: “Il patto sulle riforme, non può essere rimesso in discussione”. Ma che cosa state dicendo? E che farete? Porrete una sorta di questione di fiducia anche sulle modifiche della Costituzione? O la ghigliottina per gli emendamenti, magari cantando, di nuovo, Bella ciao? E pure se in questo “patto” c’è tutto quello che abbiamo contestato, sempre, quando le stesse cose le dicevano quegli altri.

Dice: “nel partito vige il principio di maggioranza e deve esserci il rispetto per le decisioni assunte, altrimenti non è un partito ma un movimento anarchico”. Già, ma prima lo stesso diceva, rispetto a una decisione presa dal partito: “noi quello non lo votiamo”. E ne votarono pure un altro, senza che nessuno invocasse la natura anarchica (che poi, non è certo un’offesa, almeno non per me) di quel comportamento.

Dice: “non possono esistere le questioni di coscienza sulle riforme costituzionali, se si sta in un partito ci si adegua alla sue scelte”. Di nuovo. Però quando a guidare quel partito erano altri, si cercava e trovava occasioni di visibilità (carriera?) proprio rivendicando, in performance da talent show di rara efficacia, va detto, il diritto di contestare e opporsi alle sue decisioni. E, quando e se le cose andavano bene, non si perdeva il destro per rivendicare di averle raggiunte “nonostante” il partito.

Dice: “siete minoranza, fatevene una ragione”. Ma chi lo nega? E grazie a dio: se non lo fossimo, se non ci fossimo, la maggioranza non sarebbe tale, ma diventerebbe totalità. E come lo chiamereste un sistema o un partito che a quest’ultima tendesse? Quindi sì, esistiamo e persistiamo. E sì, siamo minoranza, fatevene una ragione?

Ah, dimenticavo: qualcuno ha detto anche che questo Parlamento è stato eletto e si è definito nei suoi numeri in virtù di una legge incostituzionale. Siete sicuri che sia opportuno che proprio questo modifichi la Costituzione in modo così radicale da definire, nei fatti e anche nelle parole (visto che chi guida le riforme non esclude che si possa discutere di “presidenzialismo”, anche se solo “dopo” le altre riforme), una nuova forma di Stato e di governo?

Ma, dice: “la Consulta ha detto che le Camere sono legittimate a fare le leggi”. Certo, ma siete proprio certi che abbiano la legittimazione politica e il riconoscimento necessario a riscrivere quel “patto che ci lega”, come qualcuno lo ha definito, e che i voti presi per eleggere i rappresentanti a livello europeo, siano il viatico e la licenza per il cambio radicale dell’assetto istituzionale del Paese?

Così, per dire.

Questa voce è stata pubblicata in libertà di espressione, politica e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento