Juncker ha dichiarato che negli anni passati c’è stata poca solidarietà con i greci. Vero. I dipendenti indiretti di una società di Milano, atteggiandosi a tribuni del popolo, si sono subito sperticatamente lanciati nell’accusa al presidente della Commissione europea di piangere oggi «lacrime di coccodrillo». Su queste pagine non si sono mai lesinate critica ai maggiorenti Ue e alle tesi liberiste che pure hanno innervato buone parti delle politiche continentali (per quanto non manchino quelli che considerino queste, nei fatti, praticamente una rarità, secondo quanto Alberto Mingardi argomenta nel suo libro, in libreria oggi per Marsilio, La verità, vi prego, sul neoloberismo), e non servirebbe a nulla ricordare che la procedura il bail out della Grecia è iniziato quando non era a Juncker a capo della Commissione e che, anzi, egli è stato spesso tra i più ragionevoli e mediatori ai tavoli di Bruxelles, anche nel caso italiano, per dire.
È un fatto che quelle pulsioni di eccessiva austerità ci siano state e che a queste grossa parte della politica continentale si sia conformata. Ma è singolare che nella denuncia di poca solidarietà con i greci, i coreuti del «prima gli italiani» si sentano arruolati fra gli accusatori, non contati fra gli accusati. Perché, vedete, cari mie “governanti per mandato della gente”, ammettiamo per un attimo che abbiate ragione a rinfacciare tutti e solamente a Juncker e ai suoi sodali gli errori del passato, ma voi, davvero, quanto avreste dato per aiutare la Grecia? Voi che la solidarietà, informati ai precetti del corifeo vostro capitano, la relegate fra le professioni di buonismo inutile, cosa avreste fatto? Sareste davvero stati disposti a metterci dei soldi vostri – cioè anche «degli italiani», perché così è composto il bilancio Ue – per evitare ai governi ellenici di dover varare misure di stringente privazione per i loro concittadini?
Certo, ci credo, come no. Come so che, nella vostra idea, i ministri del Pasok hanno probabilmente «goduto» nel vedere vecchi senza pensione, bambini con riduzioni nelle cure mediche, donne in cerca di qualcosa nei supermercati che potesse rientrare nei propri budget sempre più esigui, e tutto per le misure da loro prese dopo gli sperperi di chi, i governi Karamanlis di Nuova Democrazia, negli anni proprio con quelli si era garantito un facile e illusorio consenso. Ignari, a vostro giudizio, quei distaccati governanti, delle conseguenze che ciò avrebbe avuto sulle loro politiche e di quelle del proprio partito. Perché questi, voi pensate, ignoravano che quei connazionali erano pure i loro elettori, giusto?