Io ci penserei

“Gli intellettuali non dovrebbero essere più pronti a cogliere certi segnali? Perché oggi non c’è un Nanni Moretti che grida la sua indignazione in piazza?”, chiede Mario Portanova per Il fatto quotidiano allo storico Paul Ginsborg, anima della stagione dei girotondi. “Gli intellettuali che si schierarono all’epoca furono comunque pochi, Moretti fu l’eccezione più che la regola, come prima di lui Pasolini”, risponde il professore. E aggiunge: “Molti sono dipendenti dal Pd – più che da Berlusconi a suo tempo – e in generale dipendono dalla politica per i loro progetti e le loro carriere. Così diventano servi volenterosi e l’autonomia intellettuale viene cancellata dal clientelismo. Renzi si trova quindi al centro di un sistema di favori. Questo blocca davvero il cambiamento nel Paese”.

Io non so se quello che dice Ginsborg sia vero. So che non vedo in giro la stessa mobilitazione che incontravo allora. So che mercoledì scorso, davanti alle Prefetture in presidio per la democrazia, c’era poca gente. So che, nel discorso pubblico, il tema dei rischi derivanti dall’accoppiata di Italicum e riforma della Costituzione pare assente, e quando viene affrontato, è solo per ridicolizzare chi li denuncia. E so che quelli che erano con me 13 anni fa, ora sostengono, approvano e votano le stesse cose che allora condannavano. Perché? Non è fondamentale saperlo, è sufficiente notarlo.

Quella che si sta disegnando è una forma di governo in cui chi vince prende tutto: la maggioranza assoluta nell’unica camera che vota la fiducia, la possibilità di formare l’esecutivo che vuole, un nucleo forte di deputati di sua diretta indicazione, la possibilità di decidere e influenzare la composizione degli organismi di garanzia e di controllo, a partire dalla presidenza della Repubblica, che prima o poi ai tre quinti dei votanti si arriva e quelle aule pulluleranno sempre di tanti usi al ruere in servitium, per dirla con le parole di Tacito, per finire con quello più subdolo perché meno apparente, il sistema di informazione e intrattenimento pubblico.

Vi sembra tutto normale perché oggi tutto ciò appare essere destinato a diventare appannaggio del vostro beniamino? Bene, sta proprio lì il problema. Supponendo che Renzi sia il meglio assoluto per il nostro Paese, questo non può servire da consolo per quel sistema di check and balance che si vuole eliminare; sosteneva Elster che le costituzioni fossero quelle leggi che i popoli si davano quando erano sobri per i momenti in cui sarebbero stati ubriachi.

Ci riflettano un attimo, gli ebbri di vittorie, asfaltatori di dissidenti e sterminatori di gufi: potrebbero trovarsi dall’altra parte.

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