Forse è solo un’impressione, ma scorgo un filo di sottile malizia

Scherzando con battute da social, nei giorni scorsi mi sono ritrovato a scrivere che, se fai il governo con alcune forze politiche, dagli esponenti di quelle forze politiche, quelli che ci sono e per come sono, sarà in parte formato l’esecutivo e di come la scelta di alcuni nomi e profili per importanti ruoli sembrasse quasi fatta per marcare le differenze di caratteristiche tra i cosiddetti “tecnici” e i “politici”. E forse sono più di semplici battute.

Guardo le scelte di Draghi, quelle più ascrivibili a lui (o comunque lontane da un’appartenenza effettiva a partiti o movimenti politici): Davide Franco, Roberto Cingolani, Marta Cartabia, Maria Cristina Messa; le loro credenziali non le enumero qui, ma potete facilmente cercarle su internet. Poi, guardo i nomi chiaramente indicati dai partiti, fra ministri, vice e sottosegretari: Luigi Di Maio, Maria Stella Gelmini, Carlo Sibilia, Lucia Borgonzoni, Stefania Pucciarelli, Rossano Sasso, Laura Castelli. Pure qui, dei loro titoli e referenze è pieno il web, e queste righe avranno la bontà caritatevole di non ricordarli. Sembra quasi, ripeto, che il tutto sia costruito per mostrare la distanza, in termini di competenze e qualità, tra un mondo e l’altro, tra un ambiente e l’altro. Il peggior servizio che all’immagine e alla considerazione della politica potesse esser reso, e per mano degli stessi partiti e movimenti politici.

Per mano loro, perché quelle indicazioni, appunto, loro le hanno fatte. E per mano loro anche perché, se qui siamo arrivati, e a chi guida e rappresenta i partiti e movimenti politici, e lo ha fatto nel passato recente, compiendo molte delle scelte, in termini di personale e metodologie di selezione, di cui adesso scontiamo gli esiti, che va reso l’adeguato merito.

Così, ora ci tocca considerare come, all’indicazione tecnica per la guida di un ministero fatta ricadere su una scienziata inserita nella World’s Top 2% Scientists – il database, curato dall’Università di Stanford, degli studiosi che si distinguono a livello mondiale per autorevolezza scientifica sulla base del numero di pubblicazioni e di citazioni nelle relative aree disciplinari –, la risposta della politica s’impersonifichi in chi, tre anni fa, già si vantava di non leggere un libro da tre anni e che ignorava i confini della Regione che si candidava a guidare.

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