Le connessioni che un sovranismo sempre più piccolo non vuol vedere

Scrive Dario Di Vico sul Corriere di ieri: «Sulla scia delle drastiche novità che hanno interessato il quadro politico si sta affermando l’idea (ma preferisco dire: la semplificazione) che la querelle sull’autonomia regionale rappresenti l’a e la zeta di una rinnovata questione del Nord. […] Di fondo c’è uno scollamento tra il dibattito politico-amministrativo e la (dura) realtà economica. I flussi di merci e persone non rispettano i confini amministrativi e non ne sono determinati quasi per nulla. Per cui se c’è oggi in agenda una questione del Nord riguarda innanzitutto i riflessi della crisi tedesca sulla manifattura delle regioni settentrionali. Non è una esagerazione dire che una significativa quota del nostro Nord fa parte di una sorta di area economica tedesca allargata e di conseguenza guarda con crescente timore ai venti freddi che vengono da su».

Nelle parole di Di Vico sembra riverberarsi il riflesso di quello che Limes, nel suo numero monografico dedicato alla Germania dello scorso dicembre 2018, definiva lo «pseudoimpero» tedesco. In effetti, è così: quanto accade oltre le Alpi ci riguarda perché, al di là delle opinioni di ciascuno e delle personali preferenze, ne facciamo parte. Il coraggio di accettare la sfida per quella che è sembra invece mancare alla classe dirigente attuale, e pertanto questa si concentra su aspetti anche importanti, ma sicuramente poco utili a risolvere i problemi che son dati. Il tutto in un discorso esclusivamente elettorale che, con formule decisamente curiose e tutte e solamente improntate a una visione sempre più piccola e chiusa in sé stessa, forse funziona nelle urne, ma il giorno dopo mostra la corda alla prova dei fatti.

Poi, per carità, ognuno sceglie quello che vuol fare e decide a chi rivolgersi. I governanti di questa nazione possono scegliere di pensare solo a rimanere là dove stanno il più a lungo possibile, chiedendo per questo i voti a chi probabilmente glieli darà credendo di votare per sé e in difesa delle sue sicurezze e della propria sovranità. Questi ultimi potranno rivolgersi a quanti forse non risolveranno loro un singolo problema reale, però sapranno puntualmente indicare un colpevole in qualche parte del mondo su cui scaricare consolatoriamente la colpa.

De gustibus

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