«Dovresti cambiare la tua vecchia auto diesel; ti ho dimostrato quanto consumi, e di conseguenza inquini, meno la mia nuova ibrida», mi spiegava un amico incontrato al bar. «Certo», rispondevo, «e più volte e sono convinto che sia così. Ma non mi hai mai dimostrato come il produrla per sostituirne una che, per quel che serve, ancora funzioni e faccia pochi chilometri all’anno sia un vantaggio, in termini di consumo e, di conseguenza, di inquinamento, oltre che rispetto alle tasche di chi dovrebbe provvedere alla sostituzione, s’intende».
In inverno e negli ultimi anni, testate giornalistiche locali e tg regionali sono sempre più un bollettino lungo di chiusure al traffico e blocchi cittadini per i veicoli più vecchi e, per forza di cose e tecnologia, inquinanti. Giusto, per carità; un’auto come la mia, sebbene abbia solamente una quindicina d’anni e si avvicini stentatamente ai 250.000 km, inquina sicuramente di più di una ibrida nuova, appena uscita dal concessionario. Ma se la cambiassi oggi (al di là delle considerazioni sui costi di acquisto, ovviamente), l’inquinamento prodotto nella fase di realizzazione della nuova e quello relativo allo smaltimento della vecchia, davvero sarebbero compensati dal minor consumo nell’utilizzo? Ecco, su questo, da tutti i discorsi in merito sentiti, «non sarei sincero se dicessi a voi che sono rimasto persuaso».
Ripeto, le polveri sottili che il mio vecchio diesel immette in atmosfera sono innegabilmente più alte di quelle della fiammante nipponica che tutte le mattine incrocio sulla via per recarmi al lavoro. Però, mi chiedo, esistono dati che mettano in correlazione l’intera «impronta inquinante» dei due veicoli? La somma del consumo giornaliero e quella dell’energia e delle risorse consumate per farle? E procedendo a una sostituzione non strettamente necessaria in relazione all’uso, non si fa forse un danno maggiore, sulla via di un corto circuito risolvibile, a mio avviso, solo con un taglio netto al consumo inteso come acquisto di prodotti, beni e servizi sempre nuovi e non di rado superflui?
Domande meste, da tempi quaresimali. Buona Pasqua.