Sdogana oggi, sdogana domani, ti ritrovi i fascisti in marcia su Roma

Proviamo a leggere insieme: «si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista». È il primo articolo della legge n. 645 del 1952, la cosiddetta “legge Scelba”; sembra tracciare i contorni di Forza Nuova.

Sì, perché il movimento guidato da Roberto Fiore sembra proprio ricadere nella casistica che quella norma descrive a proposito delle realtà politiche o associative da chiudere. Per legge, appunto, e in rispetto della Costituzione. Invece, beh, invece no. Forti con i disperati che occupano immobili vuoti e duri nel trovare accordi per bloccare chi muore di fame prima del bagnasciuga libico, le nostre istituzioni, almeno finora, ne hanno tollerato la presenza. Al punto che, sentendosi al sicuro, la peggio giovinezza nostrana ha pensato bene di organizzare, a Roma, una «marcia dei patrioti», da tenersi, ma vedi tu le coincidenze, il 28 ottobre. Sarebbe impossibile da credere, e a un Almirante, e persino a un Rauti (e sì, anche per l’incolumità fisica loro e degli eventuali partecipanti), mai sarebbe venuta in mente una roba così. Eppure, siamo qui a doverne chiedere il divieto. Come ci siamo arrivati? Non lo so, ma temo che il progressivo “sdoganamento” di certe parole e posizioni culturali, prim’ancora che politiche, ci abbia costantemente accompagnati in questo cammino a ritroso e agli inferi.

Ora, qualcuno proverà a spiegare che la manifestazione, nei fatti e formalmente, ancora non è stata convocata, dato che non c’è alcuna richiesta in tal senso e non se ne conoscono percorso e modalità. Qualcuno proverà persino a dire che, in fondo, si tratta più di una goliardata, una farsa, rispetto a quella tragedia di cui ricalca la data e il sapore. E forse è pure così. Però, il fatto è che qualcuno ci ha provato, a dire l’indicibile e a proporre l’improponibile. O almeno questo erano fino a poco tempo fa.

Questa voce è stata pubblicata in libertà di espressione, politica, società e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento