Chiedendo scusa e permesso alla memoria del compianto professore Nicola Massimo De Feo, rubo qui parte del titolo di un suo, per me illuminante all’epoca come luminoso ora, saggio letto, studiato e amato una ventina d’anni fa (l’ha mai detto nessuno che il tempo corre troppo velocemente?), L’autonomia del negativo tra rivoluzione politica e rivoluzione sociale, per piegarlo, e qui le scuse e i permessi rischiano di non bastare, alle miserie del presente e alle mestizie dell’attualità. Ma tant’è: l’autonomia del negativo rischia di essere ancora oggi e in questa circostanza strumento attuale ed efficace. Andiamo con ordine.
Renzi dice che chi vota “no” difende la “casta” (parola declinata nell’uso politico a “etichettare” il presunto intoccabile establishment, introdotta nel discorso pubblico da due giornalisti che sul giornale espressione dell’establishment, quello vero, scrivono, per dire della contraddittorietà originaria della questione). I renziani (che ormai le appartenenze sono solo ai leader, altra deriva non certamente entusiasmante), però si infervorano se qualcuno, sommessamente o in modo aspro, a seconda dei temperamenti individuali, fa notare che, parlando di “casta”, lui e tantti dei suoi non possono dirsene estranei. Come molti altri, ritengo quel “casta” parola orribile, così come pessima è la demagogia triste sui costi delle istituzioni, gli emolumenti dei rappresentanti e il numero delle poltrone: ma se diventano argomento politico per esplicita e libera scelta di chi quelle istituzioni rappresenta, quegli emolumenti percepisce e su quelle poltrone siede, come evitare che lo stesso venga usato contro di loro e in modo altrettanto demagogico?
In questo, dicevo, l’assonanza col titolo dell’opera dello scomparso docente e filosofo, quell’autonomia del negativo che, in sedicesimi, cerca di spiegarne un’altra. Cerca, non è detto che vi riesca. Perché quell’uso autonomo attiene a una presa di coscienza della realtà riprovevole dell’oggetto e del concetto che si sta maneggiando. Ma questa, ahimè, temo che non appartenga a molti, dato che, immagino, alcuni credano davvero esistente quella truce categoria abbinata alla politica.