La normale evoluzione

La vicenda delle primarie del centro sinistra a Napoli, alle quali prima una nota dell’ufficio stampa del Pd certificava la partecipazione del Nuovo centro destra, poi smentita dall’ex ministro Lupi, sinceramente è la solita tempesta in un bicchiere d’acqua, sospinta dalla stampa e cavalcata dalla minoranza diversamente renziana o aspirante renzista.

Quella partenopea è un’inutile alzata di scudi semplicemente perché è proprio tale: inutile, appunto. Ncd e Pd già stanno allegramente insieme in quasi ogni dove, perché ora la presunta opposizione dem scopre lo scandalo? Non era forse quello il modello d’intesa con le forze centriste a cui nobili esponenti di quella stessa parte guardavano? Non era già stato aperto quel fronte da un’importante rappresentante del Governo prima delle scorse regionali, che ammetteva senza imbarazzi di preferire i diversamente berlusconiani a quanti ancora si ostinavano a dirsi “di sinistra”?

Per me, davvero, non ci sarebbe nessuna sorpresa nel vedere, oggi o domani, i democratici convintamente alleati con gli alfaniani. Era un’ipotesi incredibile ai tempi della “foto di Vasto”, quando la si sarebbe detta eresia. Lo era anche nella stagione dei “sindaci in arancione”, sebbene, da Macerata a Trento, come dicevo, qualcuno non nascondeva di gradire più Casini che Vendola. Lo è stata pure all’epoca della coalizione “Italia, Bene comune”. Ma quella storia è chiusa. E chiariamoci, non l’ha chiusa certamente Renzi: perché prima c’è stata la rielezione di Napolitano, le larghe intese, il governo Letta, il comitato dei saggi per cambiare la Costituzione con Berlusconi, Brunetta e Fassina, la De Girolamo e Zanonato, Speranza e Micciché, la Carrozza e Quagliariello, eccetera, eccetera, eccetera. E lui era solo il sindaco di Firenze.

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