Solo un mese

Dicono: “lasciatelo lavorare! Il Governo si è insediato da poco, come potete pretendere di giudicarlo già? Date tempo a Renzi di fare le riforme che dice, giudicatelo alla fine dei mille giorni, come ha chiesto. Dopotutto, ha avuto la fiducia del Pd e del Parlamento”.

E chi glielo impedisce? Di lavorare, intendo: se vuole fare le cose che dice, le faccia. Ha il sostegno del partito e delle Camere? Appunto: ha i numeri per dar corso alle sue idee, cos’aspetta? Perché non lo fa? Che altro gli serve?

Se poi “lasciatelo lavorare” significa che devono per forza piacere a tutti le cose che dice di voler fare e, se anche non piacciono, non bisogna dirlo perché se no si compromette la narrazione del potente che parla del suo potere, allora è un altro paio di maniche. Perché alcune delle cose che Renzi propone possono non piacere, ed è legittimo che si possa agire contro la loro realizzazione. Ancora di più, è impensabile che quelli che non hanno nessun modo di fermarne l’attuazione, rinuncino pure alla loro possibilità di criticarle e cercare di metterne in risalto limiti, errori e contraddizioni.

“Ma siamo in democrazia: lui ha vinto, lui decide”. Ora, questo argomento è fallace sotto due aspetti. Primo, perché, a stretto rigor di termini, lui ha vinto le Primarie per fare il segretario e il partito che guida è arrivato primo alle Europee: in nessuno dei due casi “ha preso i voti” per governare l’Italia con un determinato programma elettorale. Secondo, che è poi l’aspetto più importante, proprio perché “siamo in democrazia”, la vittoria elettorale dà accesso a un potere relativo. Relativo perché deve essere commisurato ai numeri che realmente sono stati conquistati nelle urne, e relativo perché non è assoluto e ammette sempre, sempre, che qualcuno a questo si opponga: altrimenti, semplicemente, è un altro sistema, non una democrazia, nel senso moderno del termine. Poi, se qualcuno immagina che la “democrazia” sia la dittatura della maggioranza, in cui chi ha i numeri comanda e gli altri, le minoranze, debbano e possano solamente adeguarsi tacendo, credo sia fuori strada.

Da ultimo, si chiede di giudicare Renzi alla fine dei mille giorni che ha chiesto? E perché? Lui è presidente del Consiglio da circa sette mesi, solo uno in meno degli otto e poco più per cui lo è stato Letta, che pure aveva chiesto e ottenuto dai parlamentari un credito di almeno diciotto: se quel tempo è stato sufficiente agli stessi che stavano sostenendo il precedente Governo per dichiararne la sfiducia, perché non lo sarebbe questo per esprimerla sull’attuale a coloro che, nello schema politico che regge il presente esecutivo come il precedente, la fiducia non l’hanno mai nutrita, men che meno votata?

Questa voce è stata pubblicata in libertà di espressione, politica e contrassegnata con , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento