Del governo e dell’opposizione

Si accusa spesso una certa sinistra di essere, pregiudizialmente, all’opposizione di tutto. Può essere che sia così.

Come può darsi che ci sia un’altra sinistra, interessatamente, tentata dallo stare sempre e comunque al governo, non certo dei processi, ma di quello che si esercita nei palazzi.

Queste due tesi, però, rischiando di essere entrambe vere, compromettono la possibilità di ragionare intorno alla costruzione di un soggetto politico della sinistra per l’alternativa, e forse finanche per l’alternanza.

Provando a tratteggiare qui le linee che tenterò di sviluppare successivamente, quelle due affermazioni delineano una situazione in cui, da un lato, c’è una sinistra indisponibile al governo nelle istituzioni, ma piantata fortemente nelle dinamiche e nell’orizzonte parlamentare della rappresentanza, ritenuto unico modo possibile per l’azione politica. Dall’altro, una sinistra che guarda ha di sé la percezione di essere una sorta di funzionariato amministrativo e di governo, tutta e solamente incentrata all’interno dell’orizzonte del ruolo esecutivo della politica.

Una visione semplificata, ovvio, ma efficace per spiegare l’apparente indisponibilità alla mediazione dell’una e la ricerca che sembra quasi ossessiva di funzioni governative dell’altra; entrambe le posizioni, se così analizzate, servono alle due dimensioni politiche, e a chi ne fa parte, per garantirsi come presenza insostituibile.

È proprio così? In parte, sì. Se ne può uscire? Forse. Quello che è però necessario, è procedere con l’attenzione necessaria, e il tempo sufficiente, per comprendere e definire, prima di ogni altra cosa, le coordinate del dove ci troviamo, quelle del dove vogliamo andare, e tracciare, di conseguenza, la strada per arrivarci. Che non è detto debba essere delineata attraverso le usate rotte e con l’ausilio delle solite bussole.

Con presuntuosa modestia, su questo blog ho cercato e cercherò di contribuire alla redazione delle nuove mappe e cartine per orientarci.

Filopolitica non andrà in ferie, ma cercherà di ragionare, con chi vorrà leggerlo, sulle nuove strade da cercare e da percorrere, per tutti coloro che non si rassegnano all’idea che quelli attuali siano l’unico mondo e l’unico modo possibili.

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