Quella partecipazione dissipata

Dopo tanto tempo, l’altro giorno ho incontrato un’amica militante e attivista del Pd. Inevitabilmente, la chiacchierata ha riguardato anche aspetti legati alla situazione del partito, che lei conosce meglio di me, sia a livello locale che nazionale. Mi ha fatto piacere parlarle, e non nego che un po’ di malinconia alcuni ricordi me l’hanno data. Ancora più triste, però, è stato il senso di scoramento che ho avuto dopo, nel pomeriggio, ripensando a quello scambio di opinioni.

No, non c’entravano le sue parole o le sue opinioni, peraltro sempre gentili e moderate. C’entrava e c’entra, al contrario, il non detto dietro alcune storie e ai protagonisti di cui si è parlato. Che siano questi esponenti nazionali o semplici tesserati di federazione, vien fuori troppo spesso la delusione per una partecipazione mancata. Meglio, per una partecipazione preclusa. Limitata. Quasi ci fosse stata lì – e non so se e quanto ci sia ancora – una sorta di possibilità di far parte differenziata a seconda delle parti, scusate il bisticcio di parole, che si sceglievano o a cui si veniva ascritti e associati. Ma come, direte, nel Partito Democratico dei tuoi anni di adesione, quello delle mille scissioni, minacciate o perpetuate che fossero, del dissenso interno a ogni passo, tu parli di partecipazione limitata per chi non fosse allineato? Certo. Perché quelli, le scissioni e il dissenso di cui si leggeva sui media, erano affare da leader. Il resto del popolo dem, sinceramente, quanta possibilità ha avuto di dire la propria ed esprimere il personale punto di vista partecipativo? Non di declamarlo, ma di renderlo praticabile e di vederlo accolto nella discussione generale?

Parlo per allora, non di un oggi che non conosco, e la mia non è insoddisfazione personale, è dispiacere per il contesto in genere. Il fatto che le mie idee di allora siano o meno state accolte, non fa testo in questa discussione. Di più e propriamente lo fa invece la circostanza per cui in molti così si son sentiti. Si è riusciti (e davvero di questo mi dispiaccio) a far di una grande comunità di volenterosi un popolo di delusi fattisi da parte perché non più partecipi.

E il bello è che non chiedevano nulla: quello è stato il mood d’approccio dei tanti arrivati sull’onda delle vittorie, andati via, come il vento che li aveva portati, al primo e significativo accenno di sconfitta, alle avvisaglie di un potere che si restringeva e, con esso, le possibilità di beneficiarne in qualche modo e in forme più o meno dirette, ma sempre interessanti dal punto di vista pratico, diciamo.

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