Italia Viva, Governo un po’ meno

«Avete minacciato la vita dell’esecutivo sull’Iva?», chiede un non penso stupito Goffredo De Marchis, per La Repubblica in edicola ieri. La ministra Bellanova, immagino senza scomporsi, risponde: «Il governo come tutti i soggetti è tenuto a darsi delle regole. Dico a lei quello che ho detto a Conte. Ci si confronta e si trova un punto di caduta. Siamo impegnati con tutte le nostre forze a trovare una sintesi. Dove non ci riusciamo valuteremo in altre sedi, come il Parlamento. Ma quello che dev’essere chiaro è che esiste una sola maggioranza».

Più che una scissione, Italia Viva è stata un’epifania: quella del renzismo allo stato puro e senza fronzoli. I renziani sono intenzionati a far contare e a far valere tutti i loro numeri, in ogni singola votazione. E se qualcuno pensasse anche solo per un momento di sopperire ai loro voti nelle aule con qualche sostegno da destra dei mai mancanti “responsabili” – è il sottotesto di quel «dev’essere chiaro è che esiste una sola maggioranza» –, si scordino pure l’apporto del gruppo guidato in Parlamento dalla battagliera ministra. Nelle sue parole c’è l’essenza del renzismo di ieri e di oggi. «Conte, stai sereno», si potrebbe dire, rinverdendo uno slogan dei tempi in cui, quel movimento, aveva ben altre stature, numericamente parlando.

Non so se e quanto operazioni come quella messa in campo da Renzi & C. riusciranno, né per quanto tempo ancora. Quello che so (e che per anni ho cercato di spiegare) è che dietro quel modo di far politica non vi è alcuna visione di società o Paese. Al contrario, e totalmente, vi è una brama di potere e di visibilità, che porta a voler condurre la cosa pubblica con lo stesso atteggiamento con cui i personaggi del ciclo verghiano s’affacciano al possesso della «roba».

Ed è con questi uomini e metodi che il governo dovrà fare i conti: good luck, Giuseppi.

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