Anch’io avverso le politiche di destra e populistiche

«Alle elezioni sfideremo il Pd, dice Pisapia. Noi invece sfideremo destre e populisti, perché sono quelli gli avversari della sinistra». Cinguetta così, nel senso dello strumento social, il presidente del partito democratico Matteo Orfini, stigmatizzando le affermazioni dal palco della manifestazione delle Officine delle idee di Campo progressista del suo ex alleato ai tempi in cui era di moda parlare di “modello Milano” e facendo maturare in chi legge l’idea che la defenestrazione a mezzo notarile del sindaco Marino, evidentemente, puntava a colpire destre e populismi; anfatti, direbbero fra i Colli.

Però Orfini, in un certo senso, dice una cosa che condivido: anch’io avverso le politiche di destra e quelle populistiche. Per esempio, per iniziare dalle bazzecole, l’idea di eliminare il finanziamento pubblico ai partiti lo ritengo una resa alla demagogia che ha come effetto solo quello di, progressivamente, impoverire non le forze politiche, ma la qualità della partecipazione alla democrazia da parte dei cittadini, consegnandone le chiavi ai ricchi e famosi che fanno a meno, e con piacere, dal loro punto di vista, dei corpi sociali organizzati. Come sono altre rese, sul versante culturale prim’ancora che sul piano politico, le battaglie a esclusivo uso mediatico sui vitalizi, sui costi della politica, sulle poltrone da tagliare, sui fannulloni e i furbi del cartellino, sugli enti inutili, sulle auto blu da mettere all’asta, «venghino, siori, venghino!». E provando a star sul serio, avverso politiche di destra quali l’abolizione o l’annichilimento delle parti più caratterizzanti dello Statuto dei lavoratori, la chiamata diretta degli insegnanti, la libera trivella in libero mare, il Piano casa come misura securitaria per la felicità dei ricchi e la disperazione dei poveri, il decreto Minniti-Orlando che ha fatto parlare non me, ma due senatori del Pd come Tocci e Manconi, di una norma che «configura per gli stranieri una giustizia minore e un “diritto diseguale”, se non una sorta di “diritto etnico”, la cacciata dei poveri dai centri delle città per “decoro”, le cariche della polizia sui profughi eritrei, gli sgomberi degli occupanti senza titolo di immobili altrimenti vuoti, e su, su, fino agli accordi con la Libia per farne il gendarme cattivo contro i disperati alla ricerca di una vita migliore, come quello, se non peggio, che avevamo criticato ai tempi in cui sulle sabbie di Tripolitania e Cirenaica dominava il Colonnello con la tunica.

Ecco, io non so se Orfini pensasse proprio a queste cose, quando ha scritto che gli avversari della sinistra sono «destre e populismi». È quello che penso io, al contempo, nel declinare e desumere “in concreto”, visto che alle nuove élites piace tanto il lato pratico delle faccende, le idee che si proclamano, quando non a vanvera, almeno in astratto. Ed è proprio avversando quelle politiche che, a conti fatti, non posso votare per Forza Italia e Lega o per il M5S, ma nemmeno voglio più farlo per il Pd, per i suoi alleati o per chi, di dritto o di rovescio, alla fine con loro vorrà allearsi, nella logica, o con la scusa, che la politica è data solamente se è di, ma sarebbe più giusto dire «al», governo.

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1 risposta a Anch’io avverso le politiche di destra e populistiche

  1. Fabrizio scrive:

    la sinistra , sinistra popolare italiana.

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