L’antifascismo è attuale perché ci sono i fascisti

Trovandomi a riprendere alcune critiche mossemi per un post su Facebook dove (forse con troppo sarcasmo, ma il mezzo è quel che è) stigmatizzavo le parole di un esponente del M5S, sono stato costretto, mio malgrado, a ricordare che sì, ho votato Pd e ne sono pentito, ma che se l’alternativa sono loro, i grillini, allora sarò pienamente corroborato dalle circostanza nella mia scelta, fra gli uni e gli altri, del divano. Eppure, il modesto dibattito nasceva dall’assunto, secondo il mio interlocutore intento a difendere il citato esponente pentastellato, per cui discutere oggi di comunismo e fascismo sarebbe una perdita di tempo. Da lì, spiegava, il senso di quella preferenza per l’evento di lancio di un nuovo modello di cellulare rispetto al dibattito in aula esplicitato da Sibilia. Bene, non sono per nulla d’accordo.

Perché, con tutti i ragionamenti e tutte le parole che si possono fare sul fatto che la cosiddetta “legge Fiano” abbia i suoi limiti e che l’antifascismo si dovrebbe praticare concretamente anche, meglio, soprattutto in modi differenti e ogni giorno — tipo approvando, o cadendo nel farlo, il diritto a essere cittadino per chi nasce in questo Paese, non mandando la polizia a caricare i profughi eritrei, non confinare lontano dagli occhi i migranti in campi di detenzione in Libia — rimane il fatto che di fascismo bisogna ancora parlare. Certo non tanto di quello «archeologico» come l’avrebbe definito Pasolini, morto e sepolto dai fatti e dalla storia, ma di quello ancora vivo sì. E di chi se ne vuole fare interprete oggi, organizzando ronde cittadine, presidiando le omelie di preti ritenuti scomodi, minacciando nuove marce su Roma e, nel caso, promettendo vendetta contro l’approvazione della legge. E come il fascismo, esiste il razzismo, esiste l’idea bacata di difesa della razza (non esclusivamente follia patrimonio della destra dichiarata, come un’alta dirigente Pd non ha mancato di mostrare), esiste perennemente il rischio di dolorosi rigurgiti di ogni più tetro e oscuro fantasma del nostro passato. Per questo l’antifascismo è sempre attuale, e non si può archiviarlo perché, magari, ci sono problemi più importanti: di quelli infatti il fascismo si nutre , e dimenticarlo in un angolo è il miglior modo per ritrovarsi da esso azzannati di sorpresa.

E per questo, infine, non sono cattive le notizie che ci parlano di resistenze persino materiali all’insorgere degli antichi timori (non di rado, perché Marx tanti torti sui tornanti della storia non ne aveva, serviti in forme farsesche degne del migliori titolo di un giornale satirico); perché il fascista picchia, e a volte non basta la parola a fermare chi, per primo e per convinzione e fede, sceglie la violenza in tutte le sue declinazioni.

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1 risposta a L’antifascismo è attuale perché ci sono i fascisti

  1. Italiote scrive:

    Ammettiamo per ipotesi che venisse proposto un modo per identificare potenziali fascisti che abbia lo stesso “rigore” di test psicometrici tipo la “California F scale” di Adorno allora ci sarebbe una letteratura che si preoccuperebbe di determinare i margini di errore e l’affidabilità (per es sensibilità, specificità, falsi positivi, valore predittivo positivo) e ci sarebbe anche una rigida metodologia da rispettare (previo addestramento) per il corretto svolgimento dei test da parte dei valutatori.

    Anche i costituenti reduci dalla dittatura fascista vollero evitare innanzitutto la possibilità di abuso ed arbitro e nei verbali -trascurati alle scuole dell’obbligo di questo Paese- dovrebbe essercene ampia traccia: ad esempio socialisti e comunisti (Concetto Marchesi, Lelio Basso 19 novembre 1946) temevano che alcune proposte del 49Cost sarebbero potute essere successivamente reinterpretate arbitrariamente contro i propri partiti.

    PS: Ancora mi chiedo cosa implichi la rimozione -meno di un ventennio fa- nell’art. 283cp di ciò che (fino al 2006) era stato invece ritenuto necessario contro atti eversivi, ai tempi in cui nessuno auspicava di censurare obelischi: Cosa mai era “attuale” un tempo e di cui oggi se ne potrebbe essere persa la nozione?

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