Domenica prossima, in molti comuni, si terranno i ballottaggi per scegliere il primo cittadino. La gran cassa mediatica ha già spiegato a tutti come in pochi di quelli più importanti il M5S sarà presente, e quasi in nessun capoluogo. Per i dem, ne sono sicuro, un sospiro di sollievo: perché ci sono arrivati spesso loro al doppio turno e perché, insomma, meglio non dover scegliere fra i grillini e il centrodestra. Quasi ovunque, appunto. Con qualche eccezione.
Per esempio, ad Asti, dopo il conteggio, il riconteggio e il ri-riconteggio, a giocarsela per la carica di sindaco saranno il candidato sostenuto da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, Maurizio Rasero, e quello del M5S, Massimo Cerruti. Ora, Asti al massimo è la capitale del moscato, non certo del Paese, però una curiosità la disfida sulla piazza del palio di San Secondo me la pone: che farà il Pd? Ufficialmente, dico. Prenderà parte o si asterrà dalla scelta? Cioè, il manuale del buon democratico come consiglia di votare? Per carità, io, fossi astigiano, andrei al mare. Ma non conta: a me gli indifferenti stanno simpatici. Erano altri quelli che citavano a vanvera le parole degli articoli di giovani d’altri tempi e stagioni passate. Ditemi, amici dem, cosa scegliereste fra il governo della destra e quello dei pentastellati?
Probabilmente vincerà Rasero, data la distanza e il consenso raccolto al primo turno. Però, come dire, non si sa mai. Certo, il Pd potrebbe rispondermi che anche i cinquestelle devono decidere che fare, nei casi in cui a sfidarsi saranno loro contro il centrodestra. Ovvio; ma siete voi che dite che loro sono “impolitici”, che semplificano tutto e riducono la discussione al «sono tutti uguali». Voi no, invece; voi sapete sempre qual è la parte giusta in cui stare e spiegate ogni volta che bisogna prendere una parte.
Quindi, chiedo ancora, che farete?