Ora si sa

And if the people find you can fiddle,/ Why, fiddle you must, for all your life”, fa dire Edgar Lee Master al Fiddler Jones, nella sua Antologia di Spoon River. Se la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca, per tutta la vita. O almeno per un’intera legislatura. Ed ora che la gente lo sa, che il Governo sa suonare le sue note, a esso gli tocca suonare. E non può che farsi ascoltare.

Deve essersene accorto, e bene, Renzi, se fa scrivere ai suoi retroscensti fidati che sta pensando di sostituire i sottosegretari indagati. Sottosegretari fra i quali, è meglio ricordarlo, alcuni indagati lo erano già al tempo della nomina, come lo sono, quando non proprio condannati, diversi candidati a ruoli importanti nelle realtà locali. Dall’affaire Lupi, emerge con chiarezza che il Governo e il Pd sono forti al punto da imporre la loro visione anche in casi tanto delicati e importanti, di sicuro per gli interessati. Quindi non possono più permettersi di sorvolare su nulla e, soprattutto, ogni cosa non possono giustificarla ancora con quei: “noi faremmo in modo diverso, ma questo è un Esecutivo di coalizione e bisogna tenerne conto”.

L’osservazione sull’accresciuta forza della maggioranza che fa il capogruppo democratico alla Camera Roberto Speranza o la puntualizzazione che per i politici valgono regole diverse volte alla trasparenza espressa dal suo omologo al Senato Luigi Zanda, sono impegnative al punto che il capo del Governo non può non rimuovere i sottosegretari indagati. Ma lo sono pure  rispetto alle politiche che lo stesso e la maggioranza che lo sostiene fanno.

Se prima era spendibile l’immagine di un accordo di coalizione che obbligava ad alcune scelte, adesso quella costruzione narrativa non regge più. Se Lupi non è riuscito a imporsi per rimanere dov’era, com’è credibile immaginare che abbia dettato davvero, imponendole, le linee dello Sblocca Italia o quelle del Piano casa, comprese le più aggressive, dalle libere trivelle per volere di Stato in barba alle ragioni delle popolazioni locali, fino all’impossibilità di accedere alle utenze per i servizi essenziali e alla perdita dei diritti di residenza, e di conseguenza di cittadinanza, per tutti coloro che occupano, senza averne titolo, immobili vuoti, anche quelli che deturpano le periferie con l’unica utilità di sostenere una rendita speculativa?

E ancora, come può il tremebondo Alfano aver imposto la fine di Mare Nostrum oppure opporsi a una legge sull’identificazione degli agenti di polizia durante le manifestazioni? Come può essere stato l’inane Sacconi a determinare che la normativa sulla non obbligatorietà del reintegro in assenza di giusta causa si applicasse anche nei casi di licenziamenti collettivi o, addirittura, l’intera cancellazione di fatto dello Statuto dei lavoratori? Come può essere il superfluo Giovanardi colui che si frappone al pieno riconoscimento dei diritti civili e di cittadinanza?

No, la vicenda dell’ex ministro delle infrastrutture spiega meglio di mille ragionamenti che quelli dell’Ncd sono un sol sentire con le poltrone su cui siedono, e che quindi voterebbero, con afflato gioioso o con puntuta ritrosia, ma sempre a favore, qualsiasi cosa Renzi e il partito che guida gli ponessero davanti. Se queste sono le cose che vengono approvate, è perché queste, e in tale foggia, sono proprio quelle che lui e il Pd vogliono.

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