Se cercate petrolio, non cercate noi

“Ma può essere che sei contro tutto, ora anche lo Sblocca Italia non ti piace? Penso proprio che tu sia contrario a prescindere, al di là del merito delle cose che vengono fatte, come tutta la sinistra che sa dire solo ‘no’”.

È più o meno quello che mi ha detto un amico l’altro giorno, uno di quelli, evidentemente, della sinistra che sa dire sempre “sì”. Battute a parte, c’è una cosa vera in quello che dice: non mi piace lo Sblocca Italia voluto dal governo Renzi e votato dalla maggioranza in Parlamento.

Cosa non mi piace? Tante cose. Su tutto, non mi piace che, con quel testo, le opere e i lavori di ricerca e coltivazione (che poi, come diavolo la coltivi una cosa che è morta da tanto tempo da essere chiamata fossile?) diventino “di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”. In questo modo, vengono superate le facoltà di intervento delle autorità locali e i pareri da queste resi circa le valutazioni ambientali, ma anche le possibilità per i privati di opporsi agli espropri. Insomma, visto che si devono fare dei buchi, si impone il modello militaresco dei cantieri per il Tav a tutto il territorio in cui, presumibilmente, possono esserci giacimenti di gas o petrolio.

La terra in cui sono nato, in questo modo, diventa un qualcosa compreso fra un’area di coltivazione e una di ricerca. Gorgoglione, ad esempio, non è un paese arroccato su una serra ardita quasi a sfidare la gravità, che evoca nel nome lo scorrere del torrente più in basso che va a gettarsi nel Sauro, verso Acinello, uno dei pochi luoghi in cui, in campo aperto, i Briganti sconfissero l’esercito italiano; no, è un posto in cui si “coltiva” il petrolio.

Aliano, invece, smette di essere la Gagliano, per il suono del suo nome in dialetto, del Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, il paese dei calanchi e delle case con gli occhi, segno di quel legame mai spezzato dalla mia gente fra il magico e il razionale, e diviene una zona da trivellare a piacimento per cercare l’oro nero fuori tempo massimo.

Dell’uno potrei narrarvi i volti e le voci; dell’altro, il rumore di una Cinquecento che arrancava verso Alianello, piccola frazione sulla valle dell’Agri, e io felice. E delle volte che sono stato nell’uno e nell’altro, e l’occhio a sbirciare lungo le strade se ancora si vedesse Stigliano fra gli alberi.

Se per voi che avete approvato questa idea di modernità, quella terra è solo un buco da cui far fare soldi ad aziende petrolifere, non vi scomodate a cercarci più, perché non ci saremo come non ci siete stati. Almeno, però, non chiedeteci perché non siamo felici (e cominciamo sul serio a pentirci) d’avervi dato il nostro voto.

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