Grillo non vuol parlare con nessun’altra forza politica, e un po’ l’avevamo capito già prima. Berlusconi vuole ritornare protagonista e, visto che c’è, infilarci una riforma della giustizia e un garanzia per le sue imprese. Alfano non vuole andare a votare, e se continuasse anche a fare il ministro non gli dispiacerebbe affatto. Casini vuol rimanere sul seggio, ça va sans dire.
Il quadro che emerge dalle consultazioni tenute da Renzi è abbastanza definito, sia per le forze di maggioranza, sia per quelle di minoranza. Ognuna difende una parte, ognuna recita una parte, ognuna rassicura gli interessi di una parte.
C’è solo una forza di cui non mi è chiaro quello che chiede: il Pd. Ora, oltre alla retorica dell’interesse del Paese (lo stesso, per dire, su cui si è fondato il governo Letta e poi ci abbiamo messo cinque secondi netti a farlo fuori, tanto era “interessante” per il Paese), e al di là del cambio del modello di larghe intese (da quelle “di emergenza” a quelle “di legislatura”), davvero non ho capito perché stiamo facendo tutto questo. Ma forse il problema è solo mio, che sono ingenuo e mi fido delle cose che dicono dirigenti e parlamentari del mio partito, dal “mai al governo con Berlusconi” al “mai più a Palazzo Chigi senza passare dal voto” (che poi, almeno evitassero le forme ultimative; perché, sarà un riflesso condizionato, ma ogni volta che sento un politico dire con fiera tracotanza “bianco” e poi con rilassata nonchalance fare “nero”, mi tornano in mente i dati sulla fiducia dei cittadini verso i partiti e le istituzioni).
Però, seriamente, a parte rimanere in questo schema di cose fino al 2018, sostenendo il governo “con lealtà e convinzione” (quand’è che l’ho già sentita?) e facendo una riforma al mese (a partire, credo, dall’allungamento della durata dei mesi), non ho capito che cosa vogliamo noi del Pd. Perché la direzione nazionale del partito ha detto che il governo Letta ha fallito (solo lui o anche chi l’ha sostenuto ed è stato in quel governo?), e che le cose che non eravamo riusciti a fare con Alfano e Giovanardi, Lupi e Formigoni, Mauro e Casini, ora riusciremo a farle con Alfano e Giovanardi, Lupi e Formigoni, Mauro e Casini.
Ma davvero, quali cose? Su che cosa noi ci siamo impegnati con forza? Sulla riforma della legge elettorale? E quale? Quella che vuole votarci Berlusconi o quella deve votarci Alfano? Sulla riforma del mercato del lavoro? Con Sacconi? Sulla riforma del fisco? Con chi ha votato le norme sul falso in bilancio? Sui diritti civili e di cittadinanza? Con Alfano e Giovanardi, Lupi e Formigoni, Mauro e Casini? Sì, come no.
Ecco, perché io ho capito cosa voglio tutti loro e anche cosa vogliono alcuni dei nostri. Ma il Pd tutt’intero, noi, dico, che cosa vogliamo?