Lo strano caso del Craxi “sovranista”

L’altra sera sono andato a vedere Hammamet. Ora, io di cinema ne capisco davvero poco e questa qui, come è ovvio che sia, non è una recensione del film. Dico solo che mi sarebbe piaciuta un po’ più di storia sul periodo e sulla figura di Craxi, ma forse non è il tipo di film che sarebbe piaciuto agli altri. Inoltre, non capisco la ricerca ossessiva, attraverso il trucco, della somiglianza dell’attore al personaggio interpretato, ma sarà perché ho amato le trasposizioni sullo schermo fatte nella stagione in cui, ai volti della storia, prestavano il viso uomini come Gian Maria Volontè. Ciò detto, il film, per me, non è male.   

M’incuriosisce, però, in tempi di storia a fumetti, il fioccare di apprezzamenti “sovranisti” per il Craxi della notte di Sigonella. Ovviamente, ne sono contento, anche perché pure a me son sempre piaciuti i politici che fanno rispettare i diritti, persino, se non principalmente, perché son questi a essere messi in discussione, quelli di chi è sospettato di gravi reati. Mi chiedo solo cosa direbbero mai i nuovi sedicenti patrioti, se oggi il governo italiano si rifiutasse di consegnare all’amministrazione americana un sospetto terrorista – al momento della richiesta Usa, esclusivamente per loro –, prima che la stessa produca prove circostanziate in merito alle accuse, e lo lasciasse partire alla volta di uno Stato comunista. Soprattutto se successivamente si dovesse scoprire come il medesimo sospettato sia effettivamente colpevole, tanto da essere poi condannato (in contumacia, proprio perché non più reperibile dopo quella fuga da Roma) dalla giustizia italiana all’ergastolo.

Dico che ne sarei curioso, ma solo come ipotetico esercizio intellettuale. Nella realtà, infatti, so bene quello che accadrebbe, e sinceramente, del rutto in tweet d’un barbuto apprezzatore di cocktail caraibici o delle urla sgraziate in tv di una qualche leader di quartiere, figlia degli stessi che, contro Craxi, lanciavano monetine e assurta a maître à penser per un complessivo e apparentemente irrimediabile crollo della qualità generale dei competitori possibili, ne faccio volentieri a meno.

Questa voce è stata pubblicata in libertà di espressione, politica, società e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.