Difendere l’ambiente e sostenere i consumi: il paradosso delle politiche attuali

L’avrete letto o sentito dire, in questi giorni di discussione e polemica politica fra le varie forze che compongono la maggioranza, ma voglio ricordarlo brevemente su queste pagine: uno dei temi fondamentali, a detta dei protagonisti, nelle riunioni di governo è stato il come evitare l’aumento dell’Iva (che sarebbe scattato con la messa in pratica di quelle clausole di salvaguardia che un debito eccessivo puntualmente ci mette in condizione di dover sottoscrivere), in fase di redazione della manovra di bilancio. E questo, spiegano, per non deprimere i consumi.

Contemporaneamente, però, dalle stesse voci dei partiti di governo è trapelata l’intenzione di mettere in pratica politiche tese alla difesa dell’ambiente. Nobile intento, non c’è che dire. Mi chiedo solo, per scrupolo speculativo, se davvero le due strade, fra loro, non siano in netto contrasto. Se non disegnino, intrecciandosi, un paradosso; quello, cioè, di perseguire logiche di riduzione dell’impatto umano sul pianeta con azioni a sostegno del consumo. In una visione attenta alle sorti del pianeta, sarebbe davvero così dannoso un suo calo? Se aumentasse l’Iva e si vendessero meno prodotti, la Terra non ci guadagnerebbe? E non è precisamente questo, la tutela dell’ecosistema, il principale obiettivo che gli stessi governanti dicono di voler perseguire?

Vale per l’Iva, vale per altre tasse. Penso a quelle sulla casa, per esempio. Da proprietario dell’appartamento in cui vivo, mi chiedo per quale motivo io non possa, e debba, pagare un’imposta sul suo possesso, o perché, pensassi mai all’acquisto di una seconda, non si possano, e debbano, alzare un po’ quelle già gravanti sulle abitazioni in cui non si riede. Questo deprimerebbe il mercato immobiliare e il settore delle costruzioni? Non ne dubito: ma non è forse il consumo e la cementificazione del suolo uno dei maggiori problemi che abbiamo, a giudicare dallo stato del nostro territorio? In un Paese, per giunta, che, complessivamente considerato e a giudicare dagli usci chiusi, credo abbia già più case che abitanti. E se si aumentasse il bollo auto e il costo del carburante non sarebbe meglio per l’aria che respiriamo, visto che, probabilmente, si produrrebbero e circolerebbero meno automobili? Oppure no, e allora è il mantenimento dei livelli e dello stile di vita attuale nella parte occidentale del mondo, e non l’ambiente, la prima nostra preoccupazione. E lo so che sono questioni complicate; ma è appunto per questo che rigetto un certo manicheismo radicale che vedo in alcune delle posizioni dell’ambientalismo contemporaneo. E che chiedo di guardare all’umano che c’è dietro le scelte e a valle di esse prima di giudicarle o di assumerle.

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