Ragazzi, non vi pare un po’ ingeneroso?

Quando è nata Greta Thunberg avevo 26 anni, l’età in cui non pochi hanno già dei figli. Forse è per questo che, nel suo rivolgersi agli adulti, un po’ mi sono sentito tirato in ballo; sarà che sto invecchiando. Però, nondimeno m’è parso ingeneroso quel suo je accuse, eccessivo, addirittura, nella condanna, per quanto si sia premurata di specificare che, almeno, credeva alla buonafede nell’errore e non nella malefica natura di chi è stato al comando del pianeta in questi anni.

Gli errori e le follie, in questi trent’anni, ci sono stati e sono stati caratterizzanti, nel definire lo stato in cui si trova oggi il pianeta, e non si può nasconderli. Tra questi, come lei dice, il più assurdo è stata la fede in quella «favola dell’eterna crescita economica». Come è vero che sia necessario ora agire, e farlo alla svelta, secondo quello che i giovani del Global Strike for Future chiedono di fare ai governi. Eppure, l’accusa che Greta Thunberg rivolge, e per suo tramite la gioventù tutta, quel suo «voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, con le vostre parole vuote», la ritengo sproporzionata. Le risponderei, se fossi al posto di chi lei chiama a farlo: «hai ragione, abbiamo fatto degli sbagli e ne abbiamo fatti tanti. Ma non volevamo rubarti nulla, tantomeno i sogni e l’infanzia; pensavamo di costruire quel benessere che ti ha permesso di dormire al caldo, e con la pancia abbastanza piena da poterti addormentare alla sera».

Perché, è triste ammetterlo, ma lei ha ragione a denunciare come l’inquinamento stia uccidendo esseri umani e interi ecosistemi. Ed è vero che l’uomo inquini da che è al mondo, con un’accelerazione repentina dall’epoca delle rivoluzioni industriali in poi; la stessa dalla quale, progressivamente, un numero sempre maggiore di persone ha potuto sconfiggere l’angoscia di non sapere cosa mangiare domani, per non dire stasera, come riscaldarsi, con quali indumenti coprirsi, e avere così, continuamente più in tanti, la possibilità di addormentarsi tranquilli e sognare.

Non è così? Magari sbaglio, però prima del benessere di massa e inquinante non credo che i bambini potessero godere di un’infanzia come quella che Greta Thunberg accusa i potenti e gli adulti d’avergli rubata. Sono certo che lo stile di vita del mio bisnonno da piccolo fosse molto meno di peso per l’ambiente di quello in cui sto crescendo mio figlio. Ma so anche che, all’età in cui oggi s’inizia la scuola, lui fu mandato a seguire le pecore al pascolo, e così pure suo figlio. Non era quella la vera infanzia rubata? Non avevano quei bambini diritto ai loro sogni? Quelli d’aver di che mangiare in un posto tiepido e senza la fatica a tagliare una pelle ancora troppo morbida per resistervi?

Ragazzi, è per sfuggire a quegli incubi che si è sbagliato: non siate troppo duri nel giudizio.

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