I posti che vogliono son già presi

«Ieri alla Camera su Bankitalia abbiamo votato una schifezza. La responsabilità non è solo di chi ha proposto la mozione, ma anche la mia, poiché non avendola letta mi sono fidato dell’ indicazione data dal Partito. Chiedo scusa a tutti». Scrive così il deputato del Pd Marco Miccoli sulla sua pagina Facebook dopo il voto dello scorso giorno. E ha, gli va riconosciuto, la forza e il coraggio di dire le cose per quelle che sono dal suo punto di vista, nonostante credo immaginasse già, nello scrivere quelle parole, le reazioni sarcastiche a cui si sarebbe esposto. Ma il punto è tutto lì: l’attuale classe dirigente del Pd sembra essersi avventurata lungo una china discendente che non porterà, temo per loro, nei luoghi in cui ambiscono a giungere. Per il semplice fatto che quei posti che vogliono sono già presi, mentre, al contrario, rischiano di lasciare a qualcuno altro quelli che rivendicavano prima essere i loro.

Mi spiego meglio. Inseguendo i grillini, oggi sulla questione del vertice della Banca d’Italia, ieri sui vitalizi da scongiurare correndo al voto o sulle poltrone da tagliare con un semplice “sì”, non li supereranno. Banalmente perché, appunto, inseguono e continueranno a farlo, visto che quel movimento, sgravato dalle responsabilità di governo, agilmente ogni volta potrà rilanciare e fissare in basso l’asticella sotto cui dover passare (ché qui al massimo è lo scimmiottamento di un ballo quello a cui assistiamo, non certo una gara d’atletica). Inoltre, scoprendosi d’un tratto concorrenti nella demagogia più che sfidanti dei populisti, scoperte lasciano quelle posizioni di stabilità e garanzia di tenuta del sistema che assicuravano di voler difendere. Rischiando così che, spostandosene, all’eventuale ripensamento, pure quelle trovino occupate da altri soggetti politici, pronti a indossare maschere di rispetto istituzionale su facce che poco tempo fa mossero al riso in patria e all’estero.

Lì, credo, stia l’errore che Miccoli spiega in quel suo «mi sono fidato dell’ indicazione data dal Partito», usando peraltro la maiuscola, a dimostrazione della sua fede. E però, miei amici che ancora pensate di poter eccepire qualcosa rispetto alla strada intrapresa dal Pd rimanendoci dentro, per non far la fine di un ipotetico Giona che vantasse possibilità d’influenza sulla rotta della balena, vi consiglierei di provare a trarre le conseguenze di quello che sostenete nelle vostre stesse dichiarazioni. Perché, insomma, va bene chiedere scusa per le «schifezze», parola di Miccoli, votate; ma poi queste sono e tali rimangono e restano tali. E da quelle e sui di esse verrete misurati.

Da quanti, pochi o molti che siano, ancora non lo avessero già fatto finora, s’intende.

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