Sembra ieri qualsiasi cosa io provi a ricordare,
ma forse è questo quel che significa vivere.
Forzando la mente, torna indietro al primo,
forte ricordo, e mi scuote come in quel novembre.
E poi senti memorie che non puoi aver vissuto,
come fosser dentro di me le vite d’intera schiatta,
sommate nei secoli, come zolle secche al sole,
grano pronto per le falci e sempre poco per il desco.
L’alba dei quarant’anni sorge ancora come le altre,
eppure la sento un po’ diversa, più vera e piena,
sebbene dovrei saperla più pesante, o più stanca.
Ora, nel farmi gli auguri da solo, mentre di sole,
al solito, si riempie la stanza, penso a luci diverse,
aurore che verranno, tramonti che le seguiranno.