Bene, dove dobbiamo firmare?

«Assolutamente disponibile». Tale si è detto Matteo Renzi, intervistato a Porta a Porta da Bruno Vespa lunedì scorso. Parlava della possibilità di eliminare i capilista bloccati da quel che rimane dell’Italicum legge elettorale che tutto il mondo doveva invidiarci e che, invece, è stata fortemente rivista e corretta dalla Corte Costituzionale con l’eliminazione delle parti più, diciamo così, “caratterizzanti”. Rimangono, appunto, i capilista bloccati; ma ora che il segretario probabile del partito più importante si è impegnato a toglierli, ci sono buone probabilità che spariscano anch’essi.

Perché, lo chiedo sinceramente, chi mai potrebbe difendere l’impossibilità di far scegliere agli elettori tutti gli eletti? Chi potrebbe pensare di opporsi a una decisione così veloce e perseguibile? Chi potrebbe ergersi a difensore del diritto dei partiti di nominare il primo candidato di ogni lista per ciascun collegio? Nessuno, immagino. Tranne quelli che, potendolo fare, ancora non hanno eliminato quei capilista bloccati e ne hanno pensato l’inserimento quando il sistema di voto fu disegnato, ovvio. Perché, vedete, la questione dei capilista nell’Italicum è in fondo tutta qui: ci sono perché qualcuno li ha pensati, previsti e votati? Ora Renzi si dice «assolutamente disponibile» a toglierli. Bene, dove dobbiamo firmare?

Quelle candidature blindate, infatti, servono alle segreterie di partito per scegliersi alcuni, quasi tutti per i partiti minori, deputati di sicura elezione, al di là delle scelte fatte dagli elettori con l’indicazione delle preferenze. Quindi (permettetemi quel tanto di demagogia che serve a semplificare il ragionamento) toglierli sarebbe un aumento del potere di decisione e selezione nelle mani dei cittadini, lasciarli, al contrario, la perpetuazione di una sua sottrazione.

Ecco, ripeto, dove dobbiamo firmare per cancellarli?

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