In Ungheria abbiamo perso tutti

Il referendum chiesto da Orbán sulle quote di redistribuzione dei migranti fra le varie nazioni dell’Unione europea non ha raggiunto il quorum del 50% fissato per dare validità alla consultazione. Del 43,23% di quelli che si sono recati alle urne, circa il 95% ha però seguito le indicazioni del leader ungherese, votando “no” all’indirizzo di Bruxelles. Questi i numeri, poi c’è la politica e tutto quello che sta avvenendo nella società.

La consultazione ungherese è stata invalidata dall’alta astensione. In ogni caso, sarebbe stata esclusivamente consultiva, dato che non impegnava il governo magiaro a rispettarne le indicazioni, né tantomeno l’Ue a farsene interprete con atti concreti e consequenziali. Rimane, si diceva, il dato politico e sociale: nonostante tutte le opposizioni avessero invitato a disertare le urne per far fallire il referendum, quasi la metà degli uomini e delle donne d’Ungheria si sono recati ai seggi per dire che lì non vogliono i 1.300 (mille e trecento, perché è di questo che stiamo parlando) migranti che spetterebbero al loro Paese. Inoltre, non può essere ignorato il fatto che quella percentuale è in linea con i dati di affluenza medi che da un po’ di anni si registrano nel continente, basti pensare (dati riportati da Openpolis) che alle scorse elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo solo in 8 Stati si è registrata una partecipazione superiore al 50% e che, nella stessa Ungheria, questa fu di appena il 28,97%.

Quindi, da festeggiare c’è poco, così come difficile è stabilire se qualcuno abbia in quelle elezioni vinto o perso. Anzi, direi che lì abbiamo perso tutti. L’entusiasmo da anni ’80 che avevamo provato nel vedere andar giù muri e sgretolarsi cortine che tenevano quella parte del mondo divisa dal resto del continente in cui si trovava, pare essere scemato e spentosi nel modo peggiore. 1.300 disperati della Terra che cercano un posto in cui non morire, o semplicemente dove vivere una vita migliore di quella che hanno conosciuto, hanno scatenato un odio che non ha giustificazioni, come sempre accade con i sentimenti tenuti in piedi solo dalla paura fomentata da quanti se ne servono per stare al potere.

E mentre nei palazzi di vetro di quella costruzione politica che è sempre e più solo economica si stabiliscono regole con la forza dell’algoritmo e la precisione dei fogli di calcolo computerizzati, fra il popolo che dovrebbe dar loro senso si sono perse le ragioni di quel progetto, ritornando a coltivare idee che pensavamo sepolte per sempre, mentre covavano e crescevano sotto la cenere di un benessere tale esclusivamente nelle statistiche e nelle relazioni dei governanti.

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1 risposta a In Ungheria abbiamo perso tutti

  1. Fabrizio scrive:

    Caro Rocco,
    da diversi anni a partire dal 2008 stiamo perdendo tutti, noi-altri e non loro ” gli uni”.
    Mancano pochi anni per arrivare al cosiddetto Clima 2020 e al cosiddetto Europa 2020.
    Da come vanno le cose penso che , e credo di non sbagliarmi , il cambia verso dell’UE sarà Unione Nazioni Europee che sarà un sottosistema di OCSE.
    Ocse a sua volta sarà un degli apparati del sistema internazionale Banca Centrale Europea /Fondo Monetario Internazionale/ Banca Mondiale.
    Non per niente , grazie agli Stati Uniti e al Presidente ONU il governo Renzi ha ottenuto un seggio ( ONU) a metà con l’Olanda ( paese dei diamanti).
    Qualche tempo fa , Fmi, Ocse , Onu e Banca Mondiale hanno detto “insieme” lotta all’evasione. Ma per chi?
    In un mio commento antecedente , avevo parlato che dalla cortina di ferro di ieri ci saremmo ritrovati ad una cortina di energia nucleare e/o meglio dire elettronucleare( era della globalizzazione). L’Inghilterra ha iniziato e ha detto brexit da marzo 2017 senza aspettare elezioni politiche francesi, tedesche,eccetera ed eccetera.
    Chi ci governa , il Renzi, aspetta l’elezioni presidenziali americane che comunque vadano e vinca non cambia niente; a lui va bene l’uno o l’una.

    p.s. segue…………..

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