«Un partito è un grande partito se è il luogo dove il gruppo dirigente viene riconosciuto come tale perché dirige, e dirige anche a nome di chi su molte cose dissente. Non si è dirigente ripetendo come un pappagallo le parole del Capo. Stiamo attenti. […] Il compito di un gruppo dirigente non è solo “comandare” ma rinnovare le speranze e spingere verso un nuovo protagonismo delle masse popolari». Sono parole sullo stato del Pd di Alfredo Reichlin, militante del Pd, e apparse su l’Unità, il giornale ufficiale del Pd. Io in esse mi riconosco; ecco perché è in quello che ho smesso di riconoscermi.
Lo dico senza alcun intento polemico, ma di stare in un partito in cui dalle alte vette del pensiero politico come quelle frequentate da chi lo guida giungono tentativi di imporre le loro indicazioni alle più importanti cariche istituzionali e di garanzia democratica o sprezzanti delegittimazioni di quanti compiono scelte diverse, e solo perché tali sono gli usuali termini e i consueti modi dell’amato leader, non avevo, e non ho, alcuna voglia. E se la domanda è perché non lo voti e perché ne auspichi la sconfitta, la risposta potrebbe risiedere in un’ulteriore questione: io appartengo agli “asfaltati”, dovrei forse contribuire al successo di chi disprezza le mie opinioni o plaudire alle sue vittorie sulle mie idee?
Perché io, alle cose che dicevamo prima delle elezioni e nel ventennio berlusconiano, ci credevo davvero. Credevo nella difesa dell’articolo 18 e dello Statuto dei lavoratori, credevo nella tutela della scuola pubblica contro le pulsioni aziendalistiche e manageriali, credevo che la Costituzione fosse un baluardo di democrazia da opporre a chi voleva piegarla a logiche governiste (e direi “governamentali”, se citare Foucault non offende l’élite al potere nel partito che ho votato, sempre che sappiano chi sia e cosa intendesse). A dire di pensarla così, allora, erano in tanti; oggi, gli stessi di allora, tutte quelle cose che insieme avversavamo stanno realizzando. Loro han lasciato quelle battaglie, io, di conseguenza, quel partito.
Perché non vi ho più visto un «gruppo dirigente», nel senso di cui ne parla Reichlin, che si fa carico della complessità delle visioni comuni e cerca di sintetizzarle nell’azione politica, ma un sodalizio di comando, che ha preso il dominio per sé e per sé soltanto, rivendicandolo continuamente con protervia non dissimile, sebbene lungamente inferiore per qualità, dal Napoleone nell’atto d’appropriarsi dell’italica Corona Ferrea.
Vogliono asfaltarci “ Noi Maggioranza del Popolo Italiano” con falsi racconti populisti di potere, ipocriti , demagogici, ……..
Per vincere e non perdere vogliono disorientarci con i video-giochi, sia in televisione e sia sulla carta stampata.
Ci ingannano con le loro false e rancorose oppposizioni interne.
Non ci vogliono aspettare,fanno il loro comodo anticipando su tutto e ovunque , perche’ il loro argomento politico e’ quello di non confrontarsi lealmente e legalmente.
Il loro argomento politico e’ prendere o lasciare;il loro argomento politico e’ quello di far partecipare e deliberare “solo”i loro telecomandati, teleguidati,……
I problemi che stiamo passando per “loro” e’ una piccola questione inutile.
Loro sono la meritocrazia , Noi l’analfabetismo.
p.s. continua……..
Loro sono la noia ! Vogliono annoiarci !
C’è una sola cosa terribile nel mondo, un solo peccato imperdonabile : la noia ( Oscar Wilde)
Il segreto di annoiare sta nel dire tutto (Voltaire)
Un uomo noioso guasta la compagnia ( proverbio italiano)
Noi dobbiamo combattere e sconfiggere il noioso destino del Paese senza mobilità sociale.
Loro sono la malinconia!Vogliono che ci rassegniamo!
Noi non dobbiamo essere loro complici!
Noi li aspettiamo domani , domani l’altro,….. ; li aspettiamo al referendum sulle trivelle ; li aspettiamo al referendum sulla riforma costituzionale; li aspettiamo …..
Il tempo e’ dalla nostra parte e li ” loro “vedremo passare!
Noi siamo la Repubblica ; la Costituzione e’ di tutti e per il bene di tutti.