In questi giorni, mi sono capitati sotto gli occhi diversi articoli e commenti, analisi e opinioni in cui, sostanzialmente, si teorizzava, attraverso ragionamenti più generali e complessivi o con espressione dirette e circostanziate, l’esistenza di una certa “sinistra radicale” con la vocazione a perdere, vera ragione, si diceva, del sorgere di candidature alternative a quelle più “moderate”. Ovviamente legittima, tale visione nasconde, o almeno tenta di farlo, il discorso che necessariamente si dovrebbe condurre sulle motivazioni di quello che accade, da una parte e dell’altra.
Per sintetizzare, gli uni dicono: “non è una questione di destra e sinistra, noi vogliamo fare le cose giuste, le riforme che devono essere fatte e non si fanno da trenta, quaranta, settant’anni”. Gli altri rispondo: “il problema è che quelle cose che volete fare, e che ritenete giuste, a noi non convincono, anzi, le avversiamo proprio, come tutti insieme, peraltro, dicevamo prima”. “Noi andiamo avanti, senza indietreggiare di un millimetro!”. “Ma così vengono meno le ragioni dello stare insieme, se non possiamo incidere e cambiare l’agenda politica comune”. “#Ciaogufi”. “Ciao”. A quel punto, però, se i secondi si organizzano per fare le cose che essi ritengono giuste, i primi li accusano di “voler far perdere la sinistra”. Ma non erano finite la destra e la sinistra? E non dovevano andarsene i gufi, quelli che non condividevano, i dissenzienti, per non frenare l’azione della politica del fare di “quelli che dicono sì”? E se non sulle “cose da fare”, per le quali ci si dice indisponibili a indietreggiamenti, quand’anche millimetrici, su cos’altro si dovrebbe stabilire l’alleanza e la collaborazione fra gli uni e gli altri?
Non potendo immaginare, infatti, che divisioni profonde possano sanarsi solo sulla prospettiva di qualche posto in giunta, una manciata di incarichi di sottogoverno e la nomina in qualche partecipata (non ne uscirebbe bene nessuna delle due posizioni), si deve pensare, e con qualche ragione, che l’intento dei sostenitori di tesi simili a quelle contenute negli articoli di cui si diceva all’inizio sia quello di convincere i cittadini a votare per i sedicenti “riformisti”. Insomma, a esprimere nelle urne una sorta di “voto utile”.
Pure qui, si tratta di una visione pienamente legittima e degna di attenzione. Vorrei solamente ricordare come andò a finire l’ultima volta che quel tipo di propaganda venne intrapreso e, con successo, determinò i suoi esiti. La “sinistra radicale” fu debellata dal Parlamento, perché solo i “riformisti” avrebbero potuto contendere la vittoria delle destre, e la compagine berlusconiana ottenne il maggior successo elettorale del suo ventennio di presenza sulla scena politica.
Poi, fortunatamente, il berlusconismo non è stato immune dal dissenso, il bicameralismo perfetto ha frenato la sua azione di governo, gli organi di garanzia e controllo della democrazia hanno reso impossibili alcune derive potenzialmente pericolose che chi le voleva chiamava “riforme”, guarda l’ironia, e la mancanza di stabilità degli esecutivi ha consentito al Paese di superare quella sciagura.
O almeno, sciagura era per me, dato che i sostenitori del “voto utile”, prima che la legislatura con quello iniziata finisse, di Berlusconi erano alleati nel sostegno dello stesso governo e iniziarono, e proseguono, la successiva in sodalizio strutturale e strategico con i berlusconiani, più o meno diversamente intesi.
L’ unita’ dovrebbe essere, ma cosi non e’, il principio della eguaglianza di genere.
Oggi, 8 marzo, e’ la festa della donna! Festa che strumentalizza e che attori politici strumentalizzano , come al solito, il principio sopradescritto.
Piu’ che festa , sarebbe doveroso chiamarla celebrazione delle pari opportunita’ di genere.
La cosiddetta festa mediatica “”ipocrita “”e’ nata , ricordare per non scordare mai,
sul sacrificio di donne che chiedevano lo stato del diritto ai diritti.
Ci insegnano che bisogna creare ponti e non muri!
Il vero senso civico e culturale, per il bene comune ,e’ di scrivere nero su bianco, alla luce del sole, la donna e’ come l’ uomo e l’ uomo e’ come la donna senza alcuna discriminazione di sesso.