Il disorientamento

«L’accordo sulle unioni civili è un fatto storico per l’Italia. È davvero #lavoltabuona». A parte il solito, consueto, noioso hashtag, l’immancabile tweet di Renzi sottolinea un avvenimento a cui si è arrivati attraverso percorsi veramente curiosi e contorti. Il merito della questione, qui, non voglio discuterlo; se sia meglio una “legge comunque” che “nessuna legge” sulle unioni civili è argomento interessante, ma non il tema di questo articolo.

Ciò che stupisce, e in parte disorienta, è il disegno complessivo che si intravede, quasi in filigrana, dietro gli avvenimenti che hanno portato alla meta, in qualsiasi modo la si giudichi. O meglio: la totale assenza di una visione. Il “ddl Cirinnà” era un testo in lavorazione da tre anni, sul quale si cercava un’alleanza progressista e innovativa per portare a una legge che rendeva molto simili le unioni civili ai matrimoni e consentiva le eventuali adozioni del figliastro per il partner. Dopo l’indisponibilità del M5S a votare “l’emendamento salta emendamenti”, non il provvedimento, al quale si sono sempre dichiarati favorevoli, il Pd ha cercato e trovato in tre giorni l’accordo con il Nuovo centro destra, togliendo la stepchild adoption, marcandone con un’ipocrita cancellazione dell’obbligo alla reciproca fedeltà la differenza, simbolicamente intrisa di morale borghese, dal sodalizio matrimoniale e lasciando intatta la facoltà di rimando al giudice per i casi di affido e adozione, così com’è già, buona da specchio su cui provare a far arrampicare i cinguettii della sinistra governativa.

Ripeto, manca una visione complessiva e definita. Non si capisce, infatti, quale sia la società a cui il principale partito italiano e di governo guardi. Perché le due formulazioni succedutesi in mezza settimana ne identificano almeno altrettante radicalmente divergenti. Nell’una, fuori dal palazzo c’è una nazione pronta a riconoscere alle coppie omosessuali diritti non certo all’avanguardia, ma almeno paragonabili a quanto già avviene in molte parti d’Europa; nell’altra, il “Paese reale” è fermo su posizioni conservatrici, indisponibile a garantire effettiva parità fra le varie tipologie di famiglia e deciso a chiedere che il “Paese legale” sancisca questa diversità di diritti nelle sue norme.

Ed è in questa confusione la vera sconfitta.

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1 risposta a Il disorientamento

  1. Fabrizio scrive:

    CHI DISORIENTA?
    Basta ricordare per non dimenticare!
    Dopo i risultati elezioni politiche regionali Bersani disse : “Abbiamo un problema serio con la nostra gente che è disorientata, e ci chiede di essere coerenti nelle nostre battaglie”
    La truppa Minoranza Dem: “Qui non c’è nessuno che fa calcoli personali, stiamo facendo una battaglia in cui crediamo”.
    I dissenzienti vogliono rimanere dentro il Pd, ma cambiare l’agenda del Governo, o almeno ottenere modifiche rilevanti su alcuni provvedimenti ancora in Parlamento, su cui finora Matteo Renzi ha opposto il suo no a ogni cambiamento.
    Speranza chiede poi a Renzi un patto su scuola, Senato e reddito minimo: “bisogna ascoltare il Paese” che protesta e sciopera per la riforma della scuola, c’è “molto da fare” per correggere la riforma del Senato e “bilanciare l’Italicum”, serve “una misura universale di contrasto alla povertà”.Questo è il momento di fare emergere un punto di vista realmente autonomo dentro il Pd. Una parte significativa dei nostri elettori se percepisce che l’unica voce nel Pd è quella di Renzi, rischia di non starci più”.
    Un nuovo congresso per superare la crisi organizzativa del Partito Democratico e contrastare il ritorno dei notabili. Lo chiede Gianni Cuperlo in un’intervista a “La Repubblica” di mercoledì 2 dicembre 2015. Il deputato, leader della componente interna Sinistradem, non mette in discussione la segreteria di Matteo Renzi, ma propone un confronto tra tutti gli iscritti per ripensare “ripensare l`edificio in un mondo radicalmente mutato.
    Speranza: “Ho molto rispetto per Stefano e Pippo ma restare nel Pd credo sia la scelta giusta”.
    p.s. …………………………????????

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