Siamo tutti sempre più superflui. Alla fine, sembra tenersi tutto in un unico ragionamento, come fosse studiato, quasi pianificato nei dettagli. Ricorda quello che è successo con le istituzioni democratiche: si è iniziato con l’offrire in pasto all’opinione pubblica il personale politico, tanto era facile (ricordate il 2007 e il successo del libro di Rizzo e Stella?), e dal dare addosso alla Casta degli eletti e dei nominati si è passati velocemente alla condanna e poi alla cancellazione degli stessi spazi e luoghi d’esercizio della rappresentanza.
Ora non è tanto diverso. Nell’ultimo mese, in un crescendo marziale, il Corriere della Sera (singolarmente lo stesso giornale degli autori del best seller sui costi della politica) ci ha informati di uno studio presentato al forum economico annuale di Davos, per cui nel giro di un lustro ben cinque milioni di impiegati e funzionari in tutto il globo potrebbero essere sostituiti dalle macchine, delle parole di Ignazio Visco, da cui emerge che in Italia vi è un’ingiustificata e anacronistica sovrabbondanza di sportelli bancari in mattoni e cemento, e del dossier della Guardia di Finanza, che fissa in ben quattro miliardi di euro solamente nei primi dieci mesi dello scorso anno il costo collettivamente sostenuto a causa dei comportamenti scorretti e infedeli dei dipendenti pubblici, già abbondantemente additati a pubblico ludibrio da una narrativa diffusa e condita di aneddoti e parabole.
Per carità, non metto in dubbio le notizie; mi incuriosisce il filo che le lega. La trama e l’ordito sembrano in qualche modo dire che questa volta tocchi a una categoria ben precisa. E sorrido. Un po’ perché è il mio ambito lavorativo, e quindi potrei esser colpito in prima persona, un po’ perché, davvero, vedo le immagini della “marcia dei quarantamila” per le vie del centro di Torino, e quelle figure incravattate dietro agli striscioni “quadri e dirigenti” e “vogliamo la trattativa”. La si ebbe, quella trattativa, per la gioia di quei dirigenti e di quei quadri, e questa è la meta a cui ha condotto: prima, l’innovazione ridusse la necessità del lavoro manuale, poi, uno smartphone bastò per quello “di concetto”.
«E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa».