E chi gliel’ha detto a Scalfarotto?

“Tra le varie cose che noi non abbiamo fatto, è stato dire qualcosa di sensato a centinaia di migliaia, forse milioni, di ragazzi che in questo Paese hanno lavorato da schiavi, con contratti che non prevedevano  i diritti che dopo la Rivoluzione industriale qualsiasi lavoratore dovrebbe avere. Io non ho mai sentito con la dovuta forza la sinistra italiana chiedere la maternità, le ferie, la malattia, non ho visto la ribellione che avremmo dovuto avere”. Sono parole di Scalfarotto, ieri all’Assemblea nazionale del Pd.

Onorevole, ma a lei chi gliel’ha detto che nessuno, nella sinistra italiana o nei sindacati, ha mai detto o provato a fare nulla contro il precariato? Al tempo in cui lei era impegnato a ricavarsi uno spazio pubblico per la sua carriera politica, giocando a scrivere lettere ai giornali, in piazza si prendevano le manganellate nelle manifestazioni contro l’unico mondo possibile, e di cui la riduzione dei diritti dei lavoratori è un tassello emblematico e fondamentale, che le banche per le quali lavorava imponevano.

Quando lei dirigeva a Londra il settore “risorse umane” della Citigroup (immagino senza alcun ricorso a contratti precari, giusto?), chi si opponeva al sistema imposto dai finanzieri suoi datori di lavoro, per le proprie idee era già stato massacrato (e non è un modo di dire), da Seattle a Genova.

Nell’epoca in cui lei giocava a far il candidato alle primarie (dopo aver fondato il movimento “Adottiamo la Costituzione”, la stessa di cui ora decreta il non funzionamento) nella spasmodica, e triste, ricerca della visibilità, i sindacati di base, sì, sindacati, organizzavano scioperi dei lavoratori atipici e a tempo determinato, e quelli che precari a quattro soldi lo erano allora e ancora lo sono, contro la precarietà dicevano tutto quello ciò pensavano e con tutti i mezzi a disposizione che avevano per farsi ascoltare.

Se lei quelle parole non le ha mai sentite, semplicemente è perché aveva altro a cui pensare, come alle strategie e alle tattiche migliori per arrivare dove è arrivato. Però il problema, sinceramente, non è lei, della cui esistenza, francamente, a malapena me ne ricordo. È che dicendo quelle cose, in questo momento e in quel consesso, non solo non ha preso i fischi che gli sarebbero stati dovuti, ma ha riscosso pure molti applausi.

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