Come se Giona avesse vantato capacità di incidere sulla rotta della balena

Quasi due milioni di elettori non sono affatto pochi, e questo, al Pd nella sua interezza di infrastruttura democratica, va riconosciuto. In un contesto in cui la disaffezione per la politica aumenta e dinanzi a una competizione che vedeva un vincitore assoluto e annunciato contrapposto a un ministro del suo ex governo e un suo già sostenitore – circostanza, questa, che di molto sacrificava l’idea stessa di alternative tra le quali scegliere – se possibile valgono ancora di più.

Inoltre, dire che sono meno delle volte precedenti è consolazione per gli sconfitti o pratica oziosa per i non partecipanti: sfido chiunque a fare di meglio, anche le nuove tristi figure della scena istituzionale, la cui singolare idea di democrazia fa ritenere migliori i loro pochi click su oscure piattaforme web di migliaia, centinaia di migliaia, due milioni, appunto, di elettori veri, in fila dinanzi a seggi materialmente allestiti da volontari e militanti. Per quanto riguarda i risultati, si diceva, non certo inattesi, allo stesso tempo straordinari. Renzi primo, col 70 e rotti per cento, secondo Orlando, con meno del 20, e terzo Emiliano, con più del 10. Buono il risultato di Emiliano, poco o nulla presente nelle sfere alte e istituzionali del partito, eppure capace di stare sulle due cifre. Al di sotto di quello che pensavo il traguardo raggiunto da Orlando. Eccezionale il dato di Renzi, che dice che il Pd, elettori, militanti e dirigenti, apprezza e vuole tutto quello che lui ha fatto nei suoi tre anni di governo; tutto, senza distinzioni, dal Jobs Act alla Buona scuola, dalla riforma della Costituzione a colpi di maggioranza alle trivelle libere per mare e per terra, dall’abolizione della tassa sulla prima casa per tutti, ricchi compresi, alla possibilità di tagliare le utenze e negare la residenza a chi occupa immobili senza averne titolo, solitamente poveri ed esclusi. Ne prendo atto, faccio gli auguri e continuo a starne lontano. C’è però una cosa che mi ha stupito davvero, le prime parole di Orlando dopo lo spoglio delle schede: «Sono molto ottimista per la prospettiva politica che sta di fronte a noi. Io credo che la posizione politica che abbiamo avanzato sarà presto la posizione di tutto il Partito democratico, cioè la costruzione di un centrosinistra largo».

Ora, sarà stata l’evidente e comprensibile stanchezza, ma non mi pare che nelle dichiarazioni del ministro della Giustizia ci fosse un riflesso reale di quanto sia realmente avvenuto. Renzi non ha semplicemente vinto; ha fatto cappotto, prendendosi il risultato, il campo di gioco e i giocatori. Le sue parole sono state e sono, permettetemi la semplificazione, “nessuna trattativa con chi non mi ama fino all’abnegazione di sé”. Spariscano i D’Alema e i Bersani, vadano a farsi benedire i sindacati rosiconi, affoghino nell’inconsistenza numerica i professoroni, siano spennati e asfaltati i gufi che da tempo eccepiscono sulle inconcludenze tutte tweet e slide del renzismo realizzato nella pratica di governo, se ne facciano una ragione quanti non osannano le riforme fatte per fare le riforme dal governo dei giovani, bravi e competenti amici suoi. Questo ha detto e soprattutto ha fatto Renzi da sempre; adesso, con chi potrà costruirlo il «centrosinistra largo» di cui parla Orlando? Con Pisapia e la Boldrini, di cui se non fosse per la presenza di Tabacci faticherei a capirne il linguaggio, data l’incolmabile distanza sociale che ci divide? E per far cosa, le leggi “renzianissime” che tutti abbiamo imparato a conoscere e sulle quali si è rotta qualsiasi ipotesi di centrosinistra? Di nuovo, auguri, ma continuo a rimanere lontano.

In quelle parole, infine, più di tutto mi ha letteralmente sorpreso il senso di Orlando per i rapporti di forza, quel suo ottimismo della volontà e la certezza che le sue idee, in qualche modo, potranno mutare il corso della storia del Pd. È la vecchia tesi del «cambiare da dentro» (che spesso ha finito per cambiar dentro i suoi sostenitori, se mi passate il calembour) più volte in questi anni sentita, che però qui assume proporzioni parossistiche nei numeri dell’esito delle primarie che danno la misura di quel soggetto politico.

Insomma, come se Giona avesse vantato capacità di incidere sulla rotta della balena.

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3 risposte a Come se Giona avesse vantato capacità di incidere sulla rotta della balena

  1. Giovanna scrive:

    Quando Prodi si impegnò a prendere in mano le redini della politica e dell’economia italiana io, apprezzandone la competenza e l’onestà, pensai fosse la volta buona per risalire la china. Gli riconoscevo un’unica gigantesca e allucinante assurdità: le primarie all’italiana. Espressi le mie perplessità ad amici e parenti che accorrevano beati ai suoi gazebo, facendo presente che l’acclamazione del presidente del consiglio da parte dei passanti non è uno strumento previsto bensì scoraggiato dalla nostra Costituzione e che sono gli iscritti (certificati) a ciascun partito a dover scegliere i propri vertici, a prescindere dal numero di tali iscritti. Inutile dire che tali entusiasti votanti non persero il vizio nemmeno vedendo negli anni il susseguirsi delle farse e delle malefatte, le orde di quelli che il fuggitivo Cofferati definì “fascisti non pentiti”; gli inciuci che portarono a candidare esponenti di destra e pure chiaccherati (vedi Cosimo Mele); l’accattonaggio di voti versando i due euro al posto dei passanti….e altre amenità. Seguii con assiduità le primarie a cui partecipò Civati nel di lui blog e mi scandalizzo ancora per l’ostinazione con cui, a dispetto di ogni evidenza, lui continuava a sostenere che è giusto che siano aperte a tutti: cani e porci. I suddetti amici e parenti che non comprendevano la mia ostilità al motto “Vengano siori vengano alle primarie del PD” vedendo che il loro “unto dalle primarie” gli stava sfasciando la Costituzione e pattumierizzando i diritti, iniziarono a leccarsi le ferite e ad affermare che:”….le primarie non sono mica elezioni e non è mica giusto che faccia tutto questo uno eletto senza alcuna garanzia di regolarità ecc. ecc.”. Gli risposi di ringraziare Romano Prodi, quel professore “unto” pure dai click grillini ad assurgere a capo dello Stato e silurato dai 101: dopo l’annunciazione del di lui SI al referendum…..ho tremato per lo scampato pericolo e in cuor mio ho pure ringraziato i 101 sicari pensando che veramente a volte i mali non vengono per nuocere e che se il napolitanesco assalto alla Costituzione avesse invece avuto il marchio di Prodi…..non sarei riuscita a sopravvivere al disgusto e alla tristezza.
    Adesso ci risiamo e si è ripetuta quella che, se non fosse sempre più pericolosa, sarebbe una buffonata: quasi due milioni di persone hanno coinvolto l’Italia intera in quella che dovrebbe essere faccenda interna al loro partito e solo nel migliore dei casi t sono persone di una snaturata sinistra che ha inghiottito di tutto, “…dal Jobs Act alla Buona scuola, dalla riforma della Costituzione a colpi di maggioranza alle trivelle libere per mare e per terra, dall’abolizione della tassa sulla prima casa per tutti, ricchi compresi, alla possibilità di tagliare le utenze e negare la residenza a chi occupa immobili senza averne titolo, solitamente poveri ed esclusi.”; in molti casi sono persone che si sono infiltrate appositamente per condizionare un voto che avrà riflessi pesanti sulla vita di tutti e, come se non bastasse, immigrati e profughi che magari non sanno nemmeno che valore ha il loro gesto e quali conseguenze avrà sulle nostre vite e trovo questo del tutto inaccettabile. Sta diventando ogni giorno più vera la battuta che vede il PD favorevole all’immigrazione massiccia perché gli immigrati fanno le cose che gli italiani non vogliono più fare: votare alle primarie del PD…lavare i piatti alle feste del PD…. votare PD alle elezioni politiche…lavorare gratis in quei ruoli in cui ancora miracolosamente gli italiani vengono retribuiti: non ricordo quale marziana e rampantissima parlamentare piddina disse che gli immigrati non devono stare senza fare nulla ma possono per esempio essere adibiti alla pulizia delle scuole! Anche se personalmente sostituirei subito quella parlamentare con una immigrata siriana che ha senz’altro maggiore connessione con la realtà circostante, questo ci dà la misura della gravità della situazione: persone appena approdate qui dopo essere scampate mille volte alla guerra e a un vergognoso calvario, vengono condotte alle primarie a votare per gente che in pochi anni di regno ha moltiplicato la chiusura di piccole e medie imprese moltiplicando nel contempo l’esportazione di armi, seminando deserto e cimitero sia in Italia che nelle città e nei paesi degli stessi immigrati a cui la casa è crollata in testa e che il 30 aprile hanno espresso preferenza per uno che, invece di chiedere autorevolmente e appassionatamente i corridoi umanitari e la sicurezza per i civili, invece di parlare a difesa della pace (magari copiando i discorsi del Papa se proprio non riesce a fare un discorso suo), invece di riaffermare il primato del Diritto internazionale come strumento per risolvere le controversie e il dovere morale di soccorrere chiunque sia in pericolo….pensa alle primarie del suo scriteriato partito per risalirne ufficialmente in sella.
    Qualcuno dovrebbe fare qualcosa e invece sento solo osannare a reti unificate le primarie come strumento di democrazia: la democrazia del porcellum, dell’italicum e della riforma costituzionale a furia di canguri e di una tristissima schiera di centinaia di migliaia di ombre di sinistra che vanno a confermare appunto il loro apprezzamento per “…dal Jobs Act alla Buona scuola, dalla riforma della Costituzione a colpi di maggioranza alle trivelle libere per mare e per terra, dall’abolizione della tassa sulla prima casa per tutti, ricchi compresi, alla possibilità di tagliare le utenze e negare la residenza a chi occupa immobili senza averne titolo, solitamente poveri ed esclusi.”
    Che squallore….e che paura!
    Scusa la lunga e ripetitiva lettera: in genere condivido i tuoi discorsi e ragionamenti, forse perché anche io vengo da un piccolo paese e da una piccola realtà (periferica e presa in giro con magnifiche sorti e progressive di ciminiere e minaccia di trivelle incombenti) e anche io credevo nella sinistra di questo Paese anche se nel 2011 ero già da tempo vaccinata e ho girato alla larga dal PD bersaniano che aveva appoggiato Monti e non aveva difeso l’acqua pubblica dopo aver protetto conflitto di interessi e corruzione e aver permesso l’imbarbarimento totale.
    Scusa la noia di questa lungo commento: magari lo cestinerai ma dovevo scriverlo perché questo osanna a reti e testate unificate sulle sgangherate primarie è davvero allucinante per me e altra gente come me. E scusa per il tu, ma sei molto più giovane di me e siccome ti leggo sempre, è quasi come se ti conoscessi: inizialmente leggevo i tuoi articoli nel blog di Civati mentre adesso leggo sempre te e meno lui…. dal giorno dell’incontro dei due berlusconi al Nazareno, che Civati trovò giusto e inevitabile “per fare la legge elettorale”, convincendomi sempre di più che in Italia ci sia qualche virus che colpisce tutti gli esponenti di sinistra i quali, come in un film di vampiri….combattono mostri ma ne vengono morsi e diventano mostri a loro volta….e ad uno ad uno li senti approvare la incostituzionale riforma costituzionale o almeno l’inciucio elettorale con Berlusconi come se non ci fossero le commissioni parlamentari e le aule parlamentari per fare le leggi in parlamento invece che al nazareno con uno che non ha più il diritto di voto ma decide come e quando devono votare tutti gli italiani.

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