Mentre noi, con l’amuchina, ce ne lavavamo le mani

Purtroppo, il dolore, anche il più modesto, rende spesso egoisti. Così come lo fa il disagio, che per quanto lieve o inconsistente, se solo lo paragonassimo ad altri, ci fa lamentare e protestare per se stesso, e un ingorgo in tangenziale o una corsa di metropolitana soppressa diventano il centro dei nostri pensieri. Figuriamoci un’epidemia che manda in ospedale migliaia di persone, causa addirittura dei morti e quasi paralizza una parte importante, fondamentale del Paese. Lo so, è umano. Spietatamente umano, aggiungerei.

Mentre noi, infatti, eravamo occupati a preoccuparci di scuole chiuse e regole di igiene, di disinfettanti da acquistare e mascherine introvabili almeno quanto poco utili, temo, a due passi da qui si svolgeva il dramma di bambini, donne e uomini disperati, cacciati per ripicca da un sultano in crisi strategica su un fronte di guerra da lui cercato e respinti da un’Ue che si scopre inconcepibilmente tremebonda dall’alto delle sue ricchezze. E quanto m’ha fatto male la definizione della Von der Leyen sulla «Grecia, scudo d’Europa», nel momento in cui con le mazze dei fascisti d’Alba dorata e i manganelli, i lacrimogeni e le armi della polizia ellenica quello scudo s’ergeva contro quanti non avevano altra colpa che la loro fame, che fuggivano alla morte per bombe, freddo e stenti di una Siria da troppo tempo in fiamme, dove un padre deve vedersi morire una figlia in braccio, nel vano tentativo di scaldarla e nel totale disinteresse del resto del mondo.

E ancora, quanta tristezza nell’assalto a supermercati pieni per non si sa quale paura di carestia, al tempo in cui, per un’invasione di locuste che supera la Bibbia nella sua drammaticità, una carestia reale potrebbe colpire, nell’Africa centro-orientale, qualcosa come 15 milioni di esseri umani, più di quattro milioni dei quali bambini, circa un milione e mezzo con meno di 5 anni. Oppure, come appare sopravvalutata la nostra paura per un’infezione che i dati confermano non essere eccessivamente letale, intanto che la malaria uccide nel mondo ancora circa mezzo milione di persone ogni anno, in Madagascar è tornata la peste nel 2019 e, nel 2018, 113 milioni di persone in 53 nazioni hanno sofferto la fame e per questa, ogni giorno, muoiono in 24.000, un bimbo ogni 5 minuti.

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