Polemiche inutili tra alti e sud

Con 24 sì, 5 astensioni e un solo no, il Consiglio provinciale di Bolzano ha cancellato dalla toponomastica ufficiale l’uso dei termini «Alto Adige» e «altoatesino» (e relative concordanze in genere e numero, suppongo). Certo, sarà curioso vedere cosa succederà quando qualche amministrazione – ex artt. 116 e 131 Cost. – scriverà ancora «Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol», ma in linea di massima, per me, va bene.

Infatti, non mi dà alcun fastidio che sparisca la definizione «Alto Adige», se è quello che lì (e con le maggioranze vistesi in consiglio provinciale) vogliono. E non capisco, sul fatto, le italiche polemiche: ancor prima che provincia italiana più settentrionale, la bolzanina è la provincia germanica più meridionale. Per quanto l’assenza di una frontiera al Brennero abbia unificato il Tirolo, quella da Sterzing a Salurn (perché, immagino, pure i termini Salorno e Vipiteno saranno presto aboliti, no?) ne è comunque la parte sud. Così come, del corso dell’Adige, quella che sempre da Salorno a monte va è la parte “alta”, ma non fa niente.

A dirla tutta, a me il Südtirol piace molto. Lì ho imparato a stare in piedi sugli sci e ad apprezzare i piaceri della birra non gelata, e non sarà di sicuro una sterile diatriba per sovranisti da social a farmi cancellare l’altopiano del Sieres Alm dalle mie ipotesi di vacanza, né togliere da miei acquisti lo speck Senfter e la birra Forst. Anzi, devo ammettere che il prefisso «Süd» m’è molto più simpatico di «Alto».

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