Se han dato l’ordine, temo sia stato superfluo

A Brembate, Bergamo, uno striscione con su scritto «Non sei il benvenuto», chiaramente rivolto a Salvini, ma dove non compariva il nome del ministro, è stato rimosso dai Vigili del Fuoco. A Settimo Torinese, una signora ha denunciato che suo figlio e la sua ragazza sono stati allontanati in malo modo da poliziotti in borghese da un comizio del leader leghista. A Milano, due ragazzi sono stati fermati e identificati dalle forze dell’ordine per averlo contestato. Per rimuovere un altro striscione contro di lui, a Salerno la Polizia è entrata in una casa privata e, sempre a Salerno, a una ragazza che gli chiedeva, girando un video con il proprio smartphone, se avesse davvero cambiato idea sui meridionali, lo stesso Salvini ha fatto sequestrare il telefono, pare con un intervento della Digos.

Forse qualche caso mi è sfuggito e penso che altri arriveranno. Nei giorni scorsi, sui giornali ho letto di sindacalisti che ammettevano come, per quelle azioni, siano arrivati ordini «da molto in alto». Potrebbe esser stato così; nel caso, temo, quell’ordine sia stato superfluo. Perché? Perché – ed è la mia paura, che i fatti non s’incaricano di fugare – tra le fila dei tutori della pubblica sicurezza c’è tanta gente che non vedeva l’ora, con il Tacito degli Annales (Libro I – 7), di «ruere in servitium» di uno come Salvini. Per dirla col geniale Makkox, fin quando è Salvini a mettersi la divisa della Polizia, fa sorridere; è nel caso contrario che bisogna cominciare a preoccuparsi. Noi che dobbiamo fare? Rischiamo di arrivare a quel punto o è solo un effetto ottico, dovuto al troppo stress accumulato in questa campagna elettorale, dove il primo garante della tenuta interna dello Stato gira armato di fiammiferi e bottigliette incendiare come il più accanito dei piromani?

Sinceramente, non saprei dire a che punto siamo. So che non è una bella sensazione, quella che provo leggendo di quelle notizie. E, con altrettanta sincerità, devo dire che non vedo prese di posizione chiare nelle forze dell’ordine medesime che possano fugare ogni dubbio a riguardo.

Così come non vedo la reazione che mi aspetterei contro quelli che organizzano presidi in odore di linciaggio contro una famiglia legittimamente assegnataria di un alloggio popolare, minacciano, tentano di intimorire e aggrediscono chi cerca di difendere i valori fondamentali su cui poggia la nostra Repubblica, occupano abusivamente degli stabili di proprietà demaniale per fare propaganda e proseliti per un movimento politico chiaramente in violazione dei princìpi della Costituzione e delle leggi dello Stato.  

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