Quasi fosse il gioco della torre, abbiamo assistito alla domanda curiosa, quasi provocatoria, di Floris a Scalfari sul chi avrebbe preferito vedere al governo, tra Di Maio e Berlusconi, e quasi fosse il contrappasso, abbiamo dovuto osservare il fondatore e ancora editorialista del giornale delle domande di D’Avanzo rispondere: «Berlusconi».
Noi, nel caso volessimo recarci alle urne alle prossime politiche, al contrario del vecchio giornalista che nella sua vita è stato “anti” e “pro” un po’ tutto, per fortuna, non saremmo costretti a quella scelta. Semplicemente perché chi voleva un ballottaggio unico nazionale da inserire nel sistema elettorale per le politiche non ha avuto ragione. Provando a chiarire, non si verificherà quella situazione perché l’Italicum è stato cassato dalla Consulta, anche, hanno spiegato i suoi sostenitori, in conseguenza della bocciatura popolare della riscrittura renziana della Costituzione. Insomma, se non ci sarà quel derby tra Berlusconi e Di Maio, forse qualcuno dovrebbe dire grazie a quanti ha apostrofato in modi pittoreschi e sprezzanti.
Pensate se davvero la riforma Boschi avesse visto la luce, e magari realmente combinata con quella stessa legge elettorale che mezz’Europa avrebbe dovuto invidiarci, capace di «far conoscere il nome del vincitore la sera delle elezioni» (ché in quell’ottica, solo questo è la politica: chi vince e chi perde); quindici giorni dopo il primo turno, vi sareste potuti trovare a dover scegliere tra un governo con Salvini al Viminale o un altro con la Taverna alla Farnesina.
O il mare, la montagna, un divano con un buon libro…
Un ballottaggio potrà anche assegnare un premio che distorce la rappresentanza ma non ha il potere di distorcere la percezione della realtà al punto da indurre a penalizzare ancora più orientamenti sottorappresentati.
Anche in tal caso si sarebbe potuto evitare di cadere nella suggestione che l’astensione possa essere un’opzione sensata e di asservirsi a “cliché pensiero-terminanti” lasciando che una concezione della politica indesiderabile incateni i ragionamenti di chi non conosca altrimenti.
PS: L’italicum doveva essere un rimedio tentativo a quanto i sofismi del bipolarismo non riescono più a condizionare “nei votanti”.