Ieri ho provato vergogna

Erano in uno stabile di via Curtatone, da lì sono stati cacciati perché chi regge le sorti della cosa pubblica, oggi, mostra la faccia dura e feroce, soprattutto quando si tratta di prendersela con i più deboli. E così sono finiti in piazza Indipendenza, perché un altro posto non l’avevano. All’alba di ieri, con idranti e manganelli, la polizia li ha sgomberati. Esseri umani, donne e bambini, uomini strattonati e portati via. E io, ieri, ho provato vergogna.

Per i poliziotti e le loro braccia pronte alla forza contro i deboli, e per le loro parole, purtroppo tante, troppe altre volte sentite. Per uno Stato che ha leggi che parlano di cacciare da dove ha trovato precario rifugio chi non ha altra colpa che quella d’esser nato dalla parte più triste del mondo, che fanno crimine il dover elemosinare carità, che confondono il decoro con il chiuder gli occhi sulla miseria, che per i disperati che si vuol mandar via, riducono persino i gradi di giudizio, quasi ci fosse meno valore per i corpi avvolti da pelli diverse. Per gli sciacalli infami che usano la mia stessa lingua e hanno il mio medesimo passaporto, pronti a vomitare odio rabbioso,  meglio se al sicuro dell’anonimato, su chi è già battuto dalla sorte almeno quanto mansueti e servili con quelli che ignorano esser i padroni delle loro vite. E anche per il voto che ho dato, ché il Governo c’entra, se il suo prefetto subito ha rivendicato la riuscita dell’azione, e c’entrano i rappresentanti eletti che lo sostengono, e non si può non ricordare il principio di una storia che così tristemente sta andando a finire. Per tutto questo e l’altro ancora che ho ieri visto accadere a Roma, io, davvero, provo vergogna.

No, non c’entra nulla il rispetto delle regole e altri pensierini della buonanotte; qui parliamo di umanità. Quella che la campagna pubblicitaria della macchina mediatica dei governanti finge di ritrovare nella carezza (spontanea, non lo metto in dubbio) dell’agente alla donna affranta, ma che per tutti gli espulsi dalla piazza, lei compresa, è stata semplicemente buttata al macero. E vorrei chiedere scusa per la mia impotenza e pure per le parole che non riesco a trovare nello spiegare il baratto verso cui stiamo spingendo gli ultimi scampoli di civiltà.

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