Come diritti divennero ottriati

La Francia, dopo gli attentati  criminali, assurdi e barbarici di Parigi, per combattere la sua guerra al Daesh decide di sospendere la validità delle convenzioni per i diritti dell’uomo. Il governo transalpino, infatti, ha informato il Consiglio d’Europa della sua intenzione di “derogare” da quanto in esse stabilito per far fronte alla necessità di assumere alcune misure incompatibili con quel regime di garanzie. Non è una novità: non solo era già successo nella lotta al terrorismo con il Patriot Act di Bush, ma era già accaduto che i francesi sospendessero quelli che considerano, e tutto l’Occidente con loro, i valori della nostra civiltà.

A torto o a ragione, non fa differenza in questo caso, nei giorni scorsi la Marsigliese è assurta a simbolo dell’ideale democratico di convivenza e società europeo e nord americano. Ed è vero che essa nasce in quella temperie culturale e politica che fonda e informa la moderna organizzazione dei nostri Stati. Ma è altrettanto vero che, affermati quei princìpi, proprio gli Stati che a essi si rifanno li hanno ignorati continuamente.

Il canto dei rivoluzionari di Francia è della fine del Settecento; pensate da allora a cosa hanno fatto le popolazioni occidentali, a cosa abbiamo fatto noi che in quella melodia ora paiamo ritrovarci, e capirete che quella dei diritti dell’uomo è la favola dei buoni sentimenti che ci è convenuto raccontarci. Non erano uomini quelli che caricavamo nelle stive per riempire di schiavi il nuovo mondo? Non lo erano i colonizzati di qua e di là del Sahara, oltre l’Epiro e fino al Catai, nelle lontane praterie dei Seminole o nei territori dei Māori? Non lo sono le centinaia di migliaia di morti delle nostre “guerre di pace” (prima o poi ci vergogneremo di usare il prefisso “peace” per nominare delle operazioni di guerra), fatte per rispondere più ai sondaggi che alle necessità, e poi candidamente archiviate quali sbagli, come han fatto di recente Blair e la Clinton?

Se è derogabile, allora pure una convenzione per i diritti dell’uomo diventa octroyée, concessa quale lusso per i tempi di ricchezza, ma revocabile in qualsiasi momento. Perché se quei diritti sono tali, “dell’uomo” appunto in quanto essere e non in relazione alle condizioni e situazioni contingenti, allora sono rivendicabili sempre e mai derogabili, anche, per non dire soprattutto, quando il contesto è più difficile.

Altrimenti, si fanno semplice corollario socialmente accettato, questione opzionabile, pratica da archiviare con una mozione di intenti, non più valore, ideale, principio, ma quel “di più” estetico, al massimo retorico, da esibire come fiore all’occhiello del nostro abito migliore. Non diversamente da quasi tutte le virtù borghesi.

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