Quello che segue è il testo di un mio contributo alla discussione sulla costruzione di una "Nuova Sinistra" italiana, progetto portato avanti, fra gli altri, dall’associazione di iniziativa politica "Uniti a Sinistra", della quale sono coordinatore per la provincia di Matera.
La sfida, ha scritto Pietro Folena in un suo articolo, è costruire una forza di popolo e di governo. Una sfida che, dopo la crisi dell’esecutivo Prodi e la successiva ripartenza è, se possibile, per la Sinistra ancora più attuale ed urgente.
La crisi, infatti, ha riportato in auge il tema della presunta inaffidabilità della Sinistra, un tema spesso abusato ed a torto utilizzato dall’area “moderata” per spingere verso il centro il timone della politica dell’Unione. Ora è forse più difficile affrontare tematiche legate al mondo del lavoro (penso alla necessità di contribuire alla risoluzione del dramma della precarietà) o le emergenze civili (e qui la mente corre ai Dico).
Ma se ciò è ora più difficile, nondimeno è compito e dovere della Sinistra impegnarsi nel perseguirlo. E se “che fare?” è la domanda che da sempre coinvolge l’agire della Sinistra, “come?” è oggi la questione a cui tutti sono chiamati a rispondere. La nuova organizzazione delle forze politiche è di centrale attualità in tutto lo scenario italiano; investe il nascente Partito Democratico, concerne il futuro ordinamento elettorale e coinvolge le nuove prospettive in cui la Sinistra potrà e dovrà cercare la propria strada.
Rifondazione Comunista, Sinistra Ds, Verdi, Comunisti Italiani: le anime e le forze della Sinistra italiana da tempo sono al centro di un percorso di rinnovamento, capace di guardare oltre e al di là delle rispettive case, storie ed organizzazioni. Processi che se a Roma spesso sembrano in difficoltà nel loro svilupparsi, nei territori accelerano e trovano soluzioni diverse, nuove, innovative.
Il seminario del Capranichetta su “Idee e programmi per una sinistra nuova”, tenutosi il 10 marzo, ha segnato, in un certo qual modo, un momento di allargamento e di condivisione di un percorso diverso e comune per le realtà della Sinistra italiana. E’ chiaro a tutti che non sarà sufficiente un semplice assemblaggio delle forze oggi presenti in un’unica proposta per avere un nuovo soggetto a Sinistra. Sarebbe riduttivo, poco efficace, inutile. Non servirebbe un progetto di semplice unità, né basterebbe “confederarsi” per presentarsi insieme agli appuntamenti elettorali. Entrambe queste ipotesi sono tasselli importanti sulla strada da perseguire, ma nessuna potrà rappresentarne l’obiettivo ultimo.
E’ invece necessaria una rinnovata apertura culturale, uno sforzo teso a superare le divisioni, ed in taluni casi le passate belligeranze. E’ altrettanto necessario accantonare le resistenze di cui ognuno è immancabilmente portatore, le varie riluttanze su nomi o bandiere, da portare o lasciare, che servono solo a porre inutili e negativi freni al movimento di creazione di un nuovo soggetto. Bisogna discutere e confrontarsi non sui contenitori ma sui contenuti, per ricercare in essi e fra essi la strada comune da perseguire; non perdersi nella selva dei vessilli da adottare o incagliarsi sugli scogli dei nomi da scegliere.
L’avvio di un nuovo soggetto della Sinistra italiana deve quindi essere plurale ed eterogeneo, capace di comprendere ed includere le tante tradizioni e, allo stesso tempo, in grado di superare ed andare oltre le attuali piattaforme. Questo è ciò a cui tende la rete di “Uniti a Sinistra” (e forse è il fondamento della sua capacità di aggregare) e, per costruire ciò, si potrebbe partire proprio dal documento sul “Nuovo Socialismo” che di “Uniti a Sinistra” rappresenta la carta dei valori. Se ciò non basterà, allora quel documento dovrà essere allargato e migliorato, anche superato, cercando di cogliere le istanze e le richieste della società attuale, intercettare altre esperienze e culture, discutendo con i partiti, con i movimenti e con le associazioni per maturare, insieme, una nuova idea di Sinistra.
Per realizzare e costruire una forza politica di popolo e di governo, quindi, pronta, però, più ad accogliere e rispondere ai bisogni del primo che non a sacrificare questi alle esigenze del secondo.