“Ragionevolmente” ha ragione il Papa

Salve a tutti,
            oggi parliamo un po’ di filosofia. Non vi preoccupate, solo un po’ e senza toni accademici. Parliamo di filosofia come ha cercato di fare il Papa a Ratisbona. Povero professor Ratzinger, è difficile essere professore di dottrine della Chiesa e filosofia quando si è anche Papa; sono troppi gli occhi e le orecchie puntati sulle tue “lezioni magistrali”. E spesso queste tante, troppe, orecchie non comprendono appieno quanto dici.
            Tutti hanno compreso quanto il Papa ha detto a Monaco. Lo hanno compreso e condiviso perché in quella occasione il Papa ha fatto il pastore. Ha parlato con il linguaggio dell’omelia, con il linguaggio che parla al cuore, il linguaggio che parla alle coscienze; lo stesso linguaggio che anima e col quale sono scritti i testi sacri: un linguaggio per tutti. In pochi, soprattutto, purtroppo, meno nel mondo islamico, hanno compreso cosa il Papa abbia realmente detto a Ratisbona. Volevo da tempo scrivere qualcosa su questo argomento, ma, un po’ per impegni vari, un po’ per la paura di non essere compreso appieno in un momento tanto delicato, ho deciso di attendere. Ora voglio invece provare a capire meglio, e capire meglio insieme a chi mi leggerà cosa realmente voleva dire Papa Ratzinger e perché le condanne sono ingiuste.
            Come prima dicevo, povero professore. Infatti, Ratzinger a Ratisbona non ha usato il linguaggio dell’omelia, non ha predicato, ha insegnato, come si insegna negli atenei, ed ha insegnato filosofia e teologia, come si fa in quelle facoltà in tutto il mondo. In aula Ratzinger ha fatto il professore nel senso che ha spiegato qual è dal punto di vista teologico e filosofico (almeno di certa filosofia e teologia) la incolmabile distanza fra la religione cristiana, soprattutto cattolica, e quella islamica. Una è razionale, o meglio “ragionevole” come ama dire il Papa, l’altra no. Punto; tutto qui. Il Dio cattolico è guardato attraverso una combinazione di fede e ragione, è creduto come il Dio che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, che ha fatto il mondo secondo la sua immagine ed in modo che la nostra ragione (attraverso la scienza) possa conoscerlo e capirlo conoscendone e capendone la razionalità. Capovolgendo questa affermazione e spingendola ai limiti dell’ateismo (non me ne vogliano i credenti) è Dio ad essere come noi, fatto a nostra immagine e quindi conoscibile da noi attraverso la speculazione, attraverso la ragione.
            Al contrario, il Dio dell’Islam è per sua natura inimmaginabile, è colui che non ha immagine, alla lettera. Non ci si può figurare il Dio dell’Islam in nessun modo, non si può immaginarselo con un volto od un’immagine, non si può “ragionare” intorno ad Egli. Capovolgendo questi dettami dell’Islamismo come abbiamo fatto con quelli della Cristianità e del Cattolicesimo nelle frasi precedenti, questa situazione si traduce nell’assoluta impossibilità per l’Islam di conoscere Dio con la ragione. E’ quindi un Dio si nega alla ragionevolezza degli uomini, pretendendo da essi solamente l’obbedienza. Un’obbedienza che a volte si può tradurre in un arbitrio saluto dei suoi fedeli, altre, peggio, in una eccessiva aggressività conquistatrice.
            E qui veniamo alla citazione del testo medievale fatta dal Papa. Per condire la sua “lectio magistralis” il professor Ratzinger ha pensato di arricchirla con una chicca, la citazione di un passaggio contenuto nel recente saggio del professor Théodore Khoury nel quale si ricorda un aneddoto legato al sovrano bizantino Manuele II Paleologo. Questi, nell’inverno del 1391, conversando del rapporto fra Islam e Cristianesimo con un letterato ad Ankara durante un suo soggiorno nella città anatolica, ricordava come Maometto non avesse portato che “cose cattive ed inumane come il diritto di difendere con la spada la fede che predicava”. Tutto qui. Per il professor Ratzinger questa perla filologica era solo un esempio di quando andava dicendo sull’irrazionalità del credo islamico.
            Il problema? Semplice, se Ratzinger fosse solo professore nessuno avrebbe mai detto nulla, anche perché chi lo avrebbe ascoltato sarebbero stati solo “addetti ai lavori”. Ogni giorno in migliaia di aule professori di tutto il mondo affrontano temi del genere, dibattono della differenza fra porgere l’altra guancia ed partire alla conquista del mondo con la spada della fede, della ragionevolezza più o meno presente nelle confessioni religiose. Ma Ratzinger è Papa. Ciò che dice pesa di più ed è ascoltato da molte più persone; e non sempre tutti coloro che ascoltano capiscono esattamente quello che si dice, specialmente se si tiene una “lectio magistralis” in una Università.
            Il Papa, dunque, ha fatto un errore di comunicazione. Però lo ha anche detto. Ha detto, soprattutto, che quella citazione non rappresentava il suo pensiero, ma andava letta in un discorso più ampio. Le furiose, a dir poco, polemiche di parte del mondo islamico, quindi, sono quanto meno spropositate.
            Quello che infatti da’ torto ai polemici è appunto la sproporzione. Una vignetta, per quanto irriguardosa, scatena le ire di mezzo mondo islamico; una citazione, per quanto non felice, fa altrettanto. Eppure gli stessi che si indignando per le frasi e le vignette bruciano le effigi del Papa, fanno vignette offensive raffigurando Ratzinger con al collo una svastica o che spara alle colombe, minacciano di bruciare San Pietro e tutta la prosopopea della minaccia terrorista machista. Ora, non do assolutamente ragione a chi indossa magliette con le vignette, specialmente se è un ministro, ma non vorrei che l’Islam rientri a far parte delle idee non criticabili.
            Non vorrei, cioè, che passasse la teoria per cui non si critica l’Islam né se ne parla par paura di urtare la suscettibilità degli islamici, o, che è peggio, per l’indifferenza alla cultura propria di chi degli altri vuole solamente sfruttarne gli “averi”.

            Per questo, credo, che “ragionevolmente” ha ragione il Papa a non chiedere scusa per quello che ha detto, ma a voler chiarire che il tutto è nato da un semplice fraintendimento. Altrimenti la paura o l’indifferenza potrebbero presto sostituire la comprensione ed il rispetto reciproco.

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6 risposte a “Ragionevolmente” ha ragione il Papa

  1. avigliano scrive:

    Sicuramente c’è un pensiero “buono e giusto” alla base di quel discorso, quindi alla fine il Papa ha ragione.
    Ma il problema vero rimane quello che ha clamorasamente sbagliato la “comunicazione”! Di questi tempi non ce lo si può proprio permettere! E lui ha anche da competere nel paragone con Wojtyla (che i più continuano ancora a fare). Insomma, è stato imprudente usare una frase così equivoca come quella! Io sono rimasta sconcertata! E secondo me non ci si dovrebbe lamentare del vespaio di polemiche che ne è nato: bisognava aspettarselo! Un discorso così dotto ed elaborato con una citazione “a rischio”, in pochi l’avrebbero compreso. E infatti c’è stato bisogno di chiarimenti. Personalmente, la mia prima, forse ingenua, reazione è stata: “ma chi scrive i testi al Papa????”

  2. avigliano scrive:

    Sicuramente c’è un pensiero “buono e giusto” alla base di quel discorso, quindi alla fine il Papa ha ragione.
    Ma il problema vero rimane quello che ha clamorasamente sbagliato la “comunicazione”! Di questi tempi non ce lo si può proprio permettere! E lui ha anche da competere nel paragone con Wojtyla (che i più continuano ancora a fare). Insomma, è stato imprudente usare una frase così equivoca come quella! Io sono rimasta sconcertata! E secondo me non ci si dovrebbe lamentare del vespaio di polemiche che ne è nato: bisognava aspettarselo! Un discorso così dotto ed elaborato con una citazione “a rischio”, in pochi l’avrebbero compreso. E infatti c’è stato bisogno di chiarimenti. Personalmente, la mia prima, forse ingenua, reazione è stata: “ma chi scrive i testi al Papa????”

  3. anonimo scrive:

    …però le vignette con Paparazzingher che sparava alle colombe erano simpatiche… Comunque concordo con il Papa. Solo la ragione può comprendere il Dio occidentale, o meglio, solo la ragione può permettere di usare Dio e/o le sue istituzioni per facilitare la vita dell’uomo. Non dovrebbe essere questo forse il fine ultimo di ogni religione? Semplificando profanamente il sentire religioso europeo osiamo dire: “Perchè dovremmo crearci con le nostre mani una troppola in cui vivere?” Il leit motive europeo rimane sempre quello descritto da Shakespeare ” finchè vedo un uomo vivo le ferite stanno meglio a lui “. Spiegandomi, solo la “ragionevolezza” europea poteva sfidare un’istituzione millenaria, persino armata, per soddisfare le proprie esigenze umane, troppo umane. Alcuni esempi? Il cristianesimo del seicento considerava il “commercio di denaro” un peccato; oggi esiste una BANCA CATTOLICA. Il cristianesimo solo 100 anni fa vietava l’impegno politico ai suoi “iscritti”; solo trent’anni dopo c’era la DC. Voglio semplicemente dire che in un mondo dove si muore di fame ma la vacca rimane sacra o dove ci si costringe ad un digiuno mattutino, la religione per l’Europa non è altro che una parte della vita stessa, magari importante. Disposti ad osservarla, magari di domenica, fintanto che non cerchi di determinarne la vita o peggio, fintanto che non cerchi di ostacolarla. Non conosco i riti e cultura degli altri popoli ma per quanto riguarda la mia posso dire, e ne ho le prove, che per ogni atto di lode al Signore esiste almeno un proverbio popolare irriverente, una battuta dissacrante sulla Chiesa e le sue istituzioni. Ecco perchè mi sento di dire che quella che è ritenuta la popolazione occidentale più propensa alla religione, quella europea, in realtà ha il coraggio di dire, con timore reverenziale: “io Ti credo…ma…”. E’ in quel “ma” la ragionevolezza cercata da Sua Santità. Non voglio condurre una disputa sull’importanza della religione o sulla predominanza di una religione sull’altra non ho nè le conoscenze per farlo nè tantomeno la voglia. Voglio concludere queste quattro righe di ozio mattutino con la mia idea di come dovrebbe essere, e forse è, Dio. Lo farò con le parole di Fabrizio De Andrè così senonaltro ci sarà un po’ di poesia nel mio vuoto discorso. Grazie per l’attenzione e concludo:
    “Dio del cielo se, mi vorrai amare |
    scendi dalle stelle e vienimi a salvare. |
    Dio del cielo se mi vorrai |
    in mezzo agli altri uomini mi cercherai |
    e Dio del cielo se mi cercherai |
    nei campi di granturco mi troverai.”

  4. anonimo scrive:

    …però le vignette con Paparazzingher che sparava alle colombe erano simpatiche… Comunque concordo con il Papa. Solo la ragione può comprendere il Dio occidentale, o meglio, solo la ragione può permettere di usare Dio e/o le sue istituzioni per facilitare la vita dell’uomo. Non dovrebbe essere questo forse il fine ultimo di ogni religione? Semplificando profanamente il sentire religioso europeo osiamo dire: “Perchè dovremmo crearci con le nostre mani una troppola in cui vivere?” Il leit motive europeo rimane sempre quello descritto da Shakespeare ” finchè vedo un uomo vivo le ferite stanno meglio a lui “. Spiegandomi, solo la “ragionevolezza” europea poteva sfidare un’istituzione millenaria, persino armata, per soddisfare le proprie esigenze umane, troppo umane. Alcuni esempi? Il cristianesimo del seicento considerava il “commercio di denaro” un peccato; oggi esiste una BANCA CATTOLICA. Il cristianesimo solo 100 anni fa vietava l’impegno politico ai suoi “iscritti”; solo trent’anni dopo c’era la DC. Voglio semplicemente dire che in un mondo dove si muore di fame ma la vacca rimane sacra o dove ci si costringe ad un digiuno mattutino, la religione per l’Europa non è altro che una parte della vita stessa, magari importante. Disposti ad osservarla, magari di domenica, fintanto che non cerchi di determinarne la vita o peggio, fintanto che non cerchi di ostacolarla. Non conosco i riti e cultura degli altri popoli ma per quanto riguarda la mia posso dire, e ne ho le prove, che per ogni atto di lode al Signore esiste almeno un proverbio popolare irriverente, una battuta dissacrante sulla Chiesa e le sue istituzioni. Ecco perchè mi sento di dire che quella che è ritenuta la popolazione occidentale più propensa alla religione, quella europea, in realtà ha il coraggio di dire, con timore reverenziale: “io Ti credo…ma…”. E’ in quel “ma” la ragionevolezza cercata da Sua Santità. Non voglio condurre una disputa sull’importanza della religione o sulla predominanza di una religione sull’altra non ho nè le conoscenze per farlo nè tantomeno la voglia. Voglio concludere queste quattro righe di ozio mattutino con la mia idea di come dovrebbe essere, e forse è, Dio. Lo farò con le parole di Fabrizio De Andrè così senonaltro ci sarà un po’ di poesia nel mio vuoto discorso. Grazie per l’attenzione e concludo:
    “Dio del cielo se, mi vorrai amare |
    scendi dalle stelle e vienimi a salvare. |
    Dio del cielo se mi vorrai |
    in mezzo agli altri uomini mi cercherai |
    e Dio del cielo se mi cercherai |
    nei campi di granturco mi troverai.”

  5. anonimo scrive:

    Io francamente ho dei seri dubbi sulla coerenza di quanto affermato dal papa.
    Lui che un giorno si è l’altro anche ci ammonisce sui pericoli del relativismo etico e sui pericoli dell’illuminismo e poi si scopre che Dio non agisce altro che secondo ragione…
    Ma allora Dio va a finire che è illuminista…
    A me pare che quanto detto dal papa, ora come in altri interventi, lascia intravedere che in fondo l’unica verità è nella chiesa quindi chiunque dica altro sbaglia.
    Poi è chiaro: le reazioni dell’islam fanatico sono esagerate (e montate anche da altre questioni politiche ed economiche) ma il succo del discorso secondo me resta…ogni religione ha il suo fondamentalismo…a seconda dei luoghi e dei tempi il fondamentalismo ha più o meno potere….

    Primadirettiva

  6. anonimo scrive:

    Io francamente ho dei seri dubbi sulla coerenza di quanto affermato dal papa.
    Lui che un giorno si è l’altro anche ci ammonisce sui pericoli del relativismo etico e sui pericoli dell’illuminismo e poi si scopre che Dio non agisce altro che secondo ragione…
    Ma allora Dio va a finire che è illuminista…
    A me pare che quanto detto dal papa, ora come in altri interventi, lascia intravedere che in fondo l’unica verità è nella chiesa quindi chiunque dica altro sbaglia.
    Poi è chiaro: le reazioni dell’islam fanatico sono esagerate (e montate anche da altre questioni politiche ed economiche) ma il succo del discorso secondo me resta…ogni religione ha il suo fondamentalismo…a seconda dei luoghi e dei tempi il fondamentalismo ha più o meno potere….

    Primadirettiva

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