Viva l’Italia

Ben ritrovati,
            durante il fine settimana non vi ho scritto, per scaramanzia rispetto all’esito del Referendum Costituzionale, ed in questi giorni non l’ho fatto perché ero fortemente impegnato a festeggiare moralmente lo scampato pericolo, prima ancora che la vittoria. Un bel risultato, oltre il 53 % di partecipazione e più del 62 % degli elettori che si sono schierati per il No a questa “riforma” del centro destra.
            Certo loro, i destrini, si sono un po’ affannati in questi giorni a dimostrare, con complesse alchimie e ragionamenti capestri, che, in fondo avevano perso perché a votare erano andati solo quelli del centro sinistra. Come se votare fosse un atto sovversivo. E dimenticando, giusto per fare un esempio, che a Ragusa si è votato anche per le amministrative, vinte, guarda caso, dal centro destra, salvo poi che gli stessi elettori hanno dato al No una preferenza di oltre il 70 per cento dei consensi. Poi ancora che il dato era falsato dal fatto che gli elettori di centro sinistra hanno mobilitato più persone di quelli di centro destra perché si appassionano di più ai temi della politica, si informano di più e fanno più proselitismo. Come se leggere, essere attenti e tenersi informati fosse un reato o una prassi da Brigate Rosse.
            E anche volendo tralasciare le sortite di imbecilli alla Calderoli, uno dei sedicenti saggi di Lorenzago che questo squallore di “riforma” hanno delineato, o di Speroni che ha affermato che “fanno schivo gli italiani e fa schivo l’Italia” (grazie Speroni, non lo dimenticheremo. Ma così è troppo facile farvi le campagne elettorali contro!), l’affermazione più articolata è stata quella a sostegno dell’idea che a votare Si è stata la parte più progredita ed avanzata dell’Italia, ergo, il Nord. A parte il fatto che il Nord ha, con oltre il 52 per cento, detto No alla “riforma” del centro destra, ed anche nelle due sole regioni, Lombardia e Veneto, dove i Si hanno vinto ho dei dubbi sulla divisione proposta dalla Lega, fra Si degli avanzati e No dei trogloditi. Cioè, secondo gli illuminati saggi del Carroccio, a votare Si sarebbero stati i cittadini delle realtà economicamente più dinamiche e produttive. Ora, come mi spiegano questi grandi analisti, la vittoria del No in realtà come Milano, Venezia e Rovigo…“sacche di trogloditi annidate a succhiare il sangue della ricca Padania”? Poco convincente, no? E che dire della sconfitta della “riforma” nella provincia di Mantova, per anni una delle roccaforti leghiste…
            Ma sparare sulla croce rossa è troppo facile…certo però che è dal 12 aprile che rinviamo la festa per la Vittoria.
            Comunque, ritornando al discorso precedente sulla distinzione fra parte avanzata e parte arretrata dell’Italia, è difficile convincermi, con tutto il rispetto, che le valli prealpine – perché nelle alpi, trentine e valdostane in primis, ha vinto il No – siano la parte più dinamica e produttiva dell’Italia e Milano, Venezia, Torino, Bologna, Genova, Firenze, solo per citare città che non siano del Sud, siano ferme all’età della pietra.
            Forse, come ha giustamente osservato Michele Serra sulla Repubblica di oggi (facendo peraltro anche un interessantissimo parallelismo con la bocciatura della Costituzione europea in Francia, anche lì più forte nella champagne che non nelle città, come Parigi, dove il si alla Carta dell’Europa ha prevalso), erano meglio i sanfedisti: loro, almeno, non si nascondevano dietro un dito professandosi “innovatori”.
            Analizzando anche tutto l’armamentario dialettico della Lega viene un dubbio: non è che tutto quello schiamazzo intorno a “Padroni a casa nostra”, “Via gli immigrati che ci rubano il lavoro”, “Mettiamo i dazi sui prodotti cinesi” nasca perché, come tutte le culture arretrate, quella leghista ha paura del confronto con gli altri? Se sono così forti, lavoratori e progrediti come dicono, perché hanno paura degli immigrati che gli rubano il lavoro o della concorrenza cinese? Sono o non sono più bravi? Vogliono convincere noi o si devono ancora convincere bene loro?
            Lo so, lo so, sono tutte domande di retorica spicciola…ma oggi mi dà un piacere assurdo porle!

            Viva l’Italia, viva l’Italia e gli italiani del 25 e 26 giugno 2006.

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1 risposta a Viva l’Italia

  1. Fabrizio scrive:

    L’ Italia come modello, un articolo apparso su uno dei tanti mass media pochi giorni or sono, ma da quale anno?
    Dal 2005 al 2017? Si! Perche’ e sul come mai ?
    Dodici anni costi quel che costi ! Cosa serviva? Grillo&C. e una Ruspa Savini!
    Poi occorreva un nuovo movimento di sinistra , raccolta firme -referendum-manifesto,ma per chi e sul come mai?
    Da domani in Germania , una grande coalizione ” modello italia” e “modello polonia” e “modello grecia” e “modello portogallo” e modello spagna” e “modello ungheria””modello olanda” e “modello austria” e “modello regno unito”….
    Oggi urge Stati Uniti d’Europa, articolo su Repubblica?
    Tutto previsto !
    In Italia alle prossime elezioni? M5S con meno voti che andranno alla nuova sinistra? Si !
    C’est la vie!
    p.s. don chisciotte una volta(al lavoro), don chisciotte per la seconda volta; meglio stare sul divano e non pensarci piu’! ritorno a dedicarmi al mio gioco delle bocce.

    Fabrizio

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