Bravo Conte. E bravi anche i grillini; hanno imparato a contare

«Uso un approccio differente rispetto alle correnti semplificazioni, con una distinzione manichea tra approccio giustizialista per cui un semplice avviso di garanzia è una macchia e a un approccio garantista per cui dovrebbe valere il principio di innocenza sempre. Ritengo che la politica con la P maiuscola debba rifuggire gli opposti “ismi” e saper discernere caso per caso assumendosi la responsabilità di valutare la singola situazione». E poi: «Le dimissioni o si danno o non si danno. Dimissioni future legate a iniziative dei giudici non credo abbiano senso. Il procedimento giudiziario avrà il suo corso, la vicenda politica ha altre connotazioni. Dobbiamo essere credibili, responsabili, in questi passaggi fondamentali». E ancora: «Le dimissioni o si danno o non si danno. Dimissioni future legate a iniziative dei giudici non credo abbiano senso. Il procedimento giudiziario avrà il suo corso, la vicenda politica ha altre connotazioni. Dobbiamo essere credibili, responsabili, in questi passaggi fondamentali».

Bravo Conte. Davvero, senza ironie. Da questa vicenda, ne esce bene. Pure nelle sfumature linguistiche scelte per dire che Siri se ne deve andare, ha fatto una bella impressione. E bravi i grillini, che dimostrano di aver imparato a contare. Ora, come dice il loro presidente del Consiglio, sarebbe il caso, per loro stesso interesse, di «non approfittare di questa soluzione per cantare una vittoria politica»; in questo, dopo i conti, dovrebbero essere più “contiani”, nel senso di Giuseppe, dico. I rapporti di forza nella maggioranza, infatti, al netto dei sondaggi, sono quelli che dice il parlamento: due terzi al M5S, un terzo alla Lega. E quei rapporti vanno usati per costruire un’azione di governo, non per suonare la ballata della propria leadership. Questa considerazione, però, è anche impegnativa per i pentastellati; se i rapporti di forza sono quelli e se loro sanno imporsi quando vogliono, vedi appunto il “caso Siri”, quando non lo fanno è perché non hanno intenzione di farlo, perché gli va bene quello che fa l’alleato o questo è proprio quanto vogliono che sia fatto.

Cioè, non è che il M5S subisca la Lega sul tema dell’accoglienza dei migranti, fino al punto di sequestrare in mare bambini, donne e uomini disperati; sono loro, al contrario, che vogliono che in quel modo sia gestita la vicenda. Non patiscono il pugno duro contro gli ultimi e la delicatezza nel trattare con i neo-fascisti, li condividono, o almeno non li avversano come potrebbero fare e come, nel caso di un sottosegretario innocente fino a prova contraria ma discutibile sul piano politico, dimostrano di saper fare quando decidono di farlo.

Insomma, così è perché loro, i grillini, vogliono che così sia.  

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