«La nostra è una repubblica straordinaria perché tutti sanno che chi si trova in questo Paese ha le tutele, ha le libertà e ha i diritti. Questa festa della repubblica va dedicata a tutti gli italiani, va dedicata a tutti i migranti che si trovano sui nostri territori, va dedicata a tutte le comunità, anche quelle più deboli, alle comunità minori, perché questa è la festa della repubblica di tutti. Va dedicata a tutti coloro che hanno subito l’olocausto, agli ebrei, ai rom e ai sinti che sono stati perseguitati; questa è la forza della nostra repubblica: non fare differenze, distinzioni di sesso, di religione, di orientamento sessuale, di opinione politica, ed è per questo che sotto quest’angolo di cielo che si chiama Italia sventola per tutti la bandiera della repubblica».
Perfetto. Condivido totalmente e non ho nulla da aggiungere alle parole pronunciate domenica, in occasione della cerimonia capitolina per il 2 giugno, dal presidente della Camera Roberto Fico. Non mi appassiona la retorica sugli stendardi e le patrie, ma l’idea che la repubblica sia portatrice di diritti, libertà e tutele per tutti quelli che vi si trovino al suo interno, senza distinzioni di sorta, è un principio a cui da sempre informo il mio pensare. E siccome, pur fra mille sbagli e qualche abbaglio, cerco sempre di essere obiettivo nel mio valutare ciò che accade, non posso non applaudire alle dichiarazioni dell’esponente pentastellato (come già mi capitò di fare rispetto ai gesti e ai comportamenti di un’altra sua collega di partito, la sindaca di Roma Virginia Raggi).
Salvini ha qualcosa da eccepire, rispetto alle parole del presidente della Camera? Ce ne faremo una ragione, credo. Come ce la facemmo ai tempi in cui quella stessa occasione che l’altro ieri celebrava con giubilo la riteneva indegna di festeggiamenti. La repubblica non fa distinzioni; se lui le vede, è un problema suo. E di tutti quelli che in lui vedono un modello e un esempio a cui guardare e al quale affidare le sorti di quella stessa repubblica e di quella nazione che, non molti anni fa, egli stesso non giudicava adeguata a ricevere le sue attenzioni, se non in senso negativo e con parole di disprezzo.
Far sì che questi siano sempre meno, invece, è un problema, e un compito, tutto nostro.