«Sono ragazzi meravigliosi»

«Dopo le ultime posizioni di Salvini, le condizioni sono cambiate. Nel Movimento 5 Stelle esiste una prassi: si vota sì all’autorizzazione a procedere. Ma quella della Diciotti è stata una decisione collegiale che ha investito tutto il Governo. […] Dobbiamo riflettere bene se votare sì o no all’autorizzazione per Salvini». Così Emilio Carelli, deputato pentastellato ed ex giornalista Sky, durante la puntata di ieri della trasmissione Agorà, in onda su RaiTre; sintesi efficace e perfetta, bisogna ammetterlo.

Me lo avessero detto un annetto fa, non ci avrei creduto. Anzi, avrei pensato che fosse la solita cattiveria gratuita dei nemici di quel movimento. Invece, a poco più di sei mesi dal loro insediamento tra i braccioli ministeriali e di maggioranza, i grillini cadono perfettamente nel cliché che la tradizione vuole giolittiano, e che spiega come le leggi debbano essere applicate per i nemici, mentre si possano interpretate per gli amici. Ed è bastato davvero poco, come una richiesta di autorizzazione a procedere da parte del Tribunale dei ministri di Catania, per scoprire il lato debole della narrazione ad uso dei followers (che, prevedo, si scateneranno a difendere il doppio principio contro quanti oseranno mettere in discussione la bontà dell’azione del cambiamento). Insomma, per citare il loro mentore e animatore, «sono ragazzi meravigliosi».   

Se smettessi un attimo i toni della celia, potrei anche dire che, effettivamente, per quanto squallide e disumane, le azioni di Salvini hanno più un profilo pienamente politico che una dimensione squisitamente amministrativa, e pertanto il caso, in punta di diritto, non è facile a dirimersi. E però, sono proprio loro quelli che, a colpi di post sul blog dei giusti, han sempre spiegato con furore giacobino che un politico indagato è per sua natura stessa un politico disonorato, meglio, un politico da mandare «a casa» al grido di «onestà».

E con gran copia e sperpero di maiuscole e punti esclamativi, ovviamente.   

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