Vivo ogni minuto col palpito forte di quel giorno

E ancora tremano le ginocchia, come vibrano i polsi,
sudano le mani. Lo fecero quel mattino d’un anno fa,
dall’altra parte del mondo, stranamente sentita casa.
Due passi e un po’ d’ombra, d’aria ad asciugar la maglia,

anch’essa incapace di trattenere le emozioni e la strada.
Il portone, l’atrio, l'ascensore in arrivo proprio allora;
e tu che ne uscivi sorridente, felice, e io che dimenticavo
ogni cosa, forse pure il mio nome, se fosse stato chiesto.

Il tuo pianto alla sera ci gelò il sangue. Sperduti in tre,
spaurito tu. Abbracciarti fu l’unica cosa che seppi fare,
finché, stremati, ci assopimmo, la prima notte insieme,

di tante, infinite altre che con te, fra noi, vorrò avere.
Sarebbe banale un mio altro dire; voglio vivere ogn’ora,
ogni giorno, ogni minuto col palpito forte di quel giorno.


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