And now, let’s #leavealighton

Nel suo, almeno per il momento, ultimo discorso al parlamento europeo tenuto durante il dibattito per l’approvazione dell’accordo sulla Brexit mercoledì scorso, la deputata scozzese dello SNP Aileen McLeod ha ricordato come il popolo di Scozia abbia «consistently voted against Brexit» e il parlamento di Edimburgo si sia «refused to give its consent to this Brexit Deal». E poi, riprendendo una frase ormai motto del suo collega Alyn Smith, ha concluso: «I hope very much, that you will leave a light on for Scotland».

Sono stato positivamente colpito, nei giorni scorsi, dal vedere quella frase ripresa, con forza, da tutti i parlamentari dei Verdi europei, che hanno issato uno striscione con su scritto: «We will leave a light on». Che bello sarebbe se davvero, da Rovaniemi a Cadice, dal Connemara all’Attica, tenessimo quella luce accesa, per una nazione (yes, a nation, what else if not?) che vorrebbe stare nell’Unione e che, come ha giustamente detto la McLeod in quell’intervento, «will be dragged out of the EU against the democratic wishes of [its] people». Una nazione che, attraverso i suoi rappresentanti politici, vuole che la bandiera europea continui a sventolare davanti alla sede del suo parlamento; un simbolo, certo, ma pure quelli sono importanti e parlano dei sentimenti e della volontà di chi li adotta.

Quanto io pensi sia giusto che la Scozia possa andare a un nuovo referendum per sancire la sua indipendenza, l’ho scritto altre volte, e non lo ripeterò adesso solo per non tediarvi, non perché non sarebbe opportuno farlo. Però ora è il momento anche degli altri, di tutti noi. Se la Scozia la lasceremo sola, per non disturbare Londra, allora non solo commetteremmo un atto miope, ma daremmo luogo a un vero e proprio tradimento; dei nostri fratelli europei, delle loro aspettative e dei nostri stessi valori.  

So, let’s leave that light on.

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