E poi, Berlino è pure bella

Franco Arminio mi piace, per ciò di cui si occupa, per come lo racconta. La sua Bisaccia, la mia Stigliano, non sono poi così diverse. Quando scrive che «i conti non si fanno all’ufficio anagrafe», ma «di sera,/contando le luci accese nelle case,/quanti caffè fa un bar», so quello di cui sta parlando. Per questo ho seguito il dibattito a distanza di quest’estate, sulle pagine di Repubblica, fra lui che chiedeva ai ragazzi di tornare al Sud e Valentina De Luca, giovane campana emigrata in Germania, che, educatamente, declinava l’invito. E tra Franco e Valentina, stavo con lei.

Stavo e sto con Valentina perché, in fondo, quello che dice il poeta e paesologo può esser vero, ma raramente si realizza. E quando, quasi sempre, non lo fa, è chi ci ha provato che rimane scottato, irrimediabilmente preso nel labirinto disegnato dalla propria scelta, vittima, agli occhi del mondo e di quelli che lo specchio gli rimanda indietro, del proprio “fallimento”, anche se in fondo non lo è stato e non è stato suo. Dice Arminio: «Dal mio punto di vista, meglio guadagnare 800 euro a Bisaccia, il mio paese, piuttosto che 1500 a Modena». Può essere. Però, risponde Valentina De Luca, quegli ottocento euro nemmeno si vedono: «trovamelo tu un posto da educatrice al Sud. Trovamelo a 800 euro, come dici tu, ma trovami pure un buco dignitoso in cui vivere vicino al lavoro, in modo da non dover comprare una macchina. Poi io con questi 800 euro ci dovrò pagare anche l’affitto e le bollette. Sai, va bene la semplicità, la lentezza, va bene la vita non consumistica, va bene tutto quello di cui parli tu – cose che in genere condivido – ma io non vorrei vivere sotto un ponte: vorrei pagarmi un tetto e quattro mura senza arrivare a fine mese con l’ansia di non poter pagare il padrone di casa. E infine gli 800 euro dovrebbero arrivare puntuali a ogni 28 del mese. E io non vorrei lavorare per 40 ore settimanali (magari in nome della lentezza paesana…) e vorrei i contributi ed essere trattata con rispetto dal datore di lavoro, non da un “padrone”». E se state pensando «cara Valentina, vuoi troppo», vi dico che è meno di quello che già ha, pur se a Berlino; perché dovrebbe rinunciarci?  

Perché il tema è proprio questo, nell’appello di Arminio. Lui propone, anche con una poesia: «tornate al Sud». Valentina, e io con lei, chiede perché? Leggendo quelle due lettere e la storia di questa ragazza, me n’è tornata in mente un’altra, di qualche anno fa, letta sempre su Repubblica. In un’intervista del 2017, Sabina Berretta, catanese, direttrice dell’Harvard Brain tissue resource center del McLean Hospital di Boston, il più grande centro di conservazione per lo studio di cervelli, nel senso proprio degli organi, al mondo, raccontava come, per provare a rimanere in Italia, al Sud, tentò anche un concorso come bidella. Non vincendolo. Pure lei dovrebbe ritornare indietro, mollando ciò che ha in quella che ora è la sua casa?

Quello della Berretta è chiaramente un esempio limite, ma Valentina De Luca non ha meno ragioni per ignorare la suggestione di Franco Arminio. Ha provato, ha tentato, ma con quello che aveva trovato in Campania non riusciva a vivere. È andata via, ora ci riesce. E non vale dire «questi ragazzi vogliono tutto comodo, possono crearsi un lavoro, non semplicemente cercarlo», perché non funziona. Non si può, tutti, essere imprenditori. E poi, perché? Perché quello che a Valentina, a Sabina e a tanti altri come loro è riuscito altrove non è stato possibile farlo dov’erano nati?

Infine, un’ultima cosa ad Arminio mi sento di chiederla io. Lui dice all’ipotetico migrante, nella stessa risposta in cui reputa migliori gli 800 euro di Bisaccia dei 1500 di Modena: «al Nord puoi, al massimo, portare avanti la tua vita. Qui invece puoi essere protagonista della rinascita di un intero territorio». A parte che è ingeneroso il primo assunto, e sarebbero infiniti gli esempi che potrei portarti a sostegno del contrario, quando dici che, dove tu, io, Sabina o Valentina siamo nati, si può partecipare da protagonisti alla crescita del territorio sic et simpliciter per la voglia e la volontà di volerlo fare, Franco, ci credi davvero?

Anche per questa domanda do ragione a Valentina. E poi, Berlino è pure bella.

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