Gli uni sono inadeguati, ma non è dimostrato che gli altri siano migliori

Al di là delle vette inarrivabili, quelle sì conseguite, spero, per gli effetti della prolungata ondata di calore, è palese che nelle schiere della rappresentanza grillina l’approssimazione sia la cifra d’elezione, è il caso di dirlo, del personale di primo piano. Inoltre, quel movimento ha da sempre un approccio semplificatore e falsificante alle questioni della politica, con proposte fondamentalmente e irrimediabilmente di destra e persegue, dicendosene contrario, come sempre fanno i demagoghi, l’irrigidimento dei rapporti di forza in senso conservatore e reazionario; tutto questo lo so e l’ho sempre ricordato.

Nonostante ciò, mi tocca ogni volta di più constatare che se le proposte del M5S sono inadeguate, e chi tra loro si candida ad attuarle non è a queste da meno, è ancora tutto da dimostrare che gli altri siano migliori. Insomma, fate voi i nomi che volete, per parte mia mi son stancato di ripeterli, ma per ogni grillino inconcludente c’è almeno un eletto del Pd, della Lega, di Forza Italia o che so altro pronto a immolarsi sull’altare d’una comica quanto drammatica peculiare dimostrazione di preparazione e cultura a pareggiare il conto. Ed è anche per questo che, non avendo voglia di continuare a cernere l’offerta politica con l’unico possibile risultato di separare il loglio dalla pula, sempre più in tanti rinunciano a fingere di poter prendere le parti degli uni o degli altri.

E devo ammettere che, francamente, sono ogni giorno più convinto che sia la scelta preferibile, se non del tutto l’unica. Ovviamente, si può continuare a interessarsi di quel che accade come si sfogliano le riviste dal barbiere, con lo stesso interesse e la medesima disposizione al riso. Sapendo, e sarebbe drammatico se così non fosse, che il tutto è solo e semplicemente un gioco. Come il pallone: pure di quello si riempiono pagine e pagine quotidiane.

A margine, provo a prevenire due possibili obiezioni. La prima, un po’ forzata, potrebbe essere quella che spiega, giocando con una versione di Platone da incarto dei cioccolatini, come sia proprio conseguenza del disimpegno dei migliori il governo dei peggiori. Può darsi, ma non mi riguarda, dato che non sono di certo io fra quei migliori che dovrebbero impegnarsi; nel caso, chiedete a loro. La seconda, apparentemente più opportuna ma già evasa nella risposta alla prima, si insinuerebbe nell’ipotetica e retorica domanda «ti credi forse tu migliore di loro?». Nient’affatto. L’ho già detto: io sono solo l’ultimo degli elettori, sono loro i primi fra gli eletti.

Purtroppo o per fortuna, fate voi.

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4 risposte a Gli uni sono inadeguati, ma non è dimostrato che gli altri siano migliori

  1. Italiote scrive:

    I contenuti egemoni sono selezionati per il pubblico dagli stessi intermediari che sensibilizzano l’elettorato contro la frammentazione, gli stessi che -ad esempio-
    solertemente assortivano dichiarazioni che rappresentavano le liste chiuse come un argine al clientelismo ed un modo per preservare i “migliori” dalla superficialità dell’elettorato.

    Il fatto che alcuni contenuti siano marginali non implicherebbe necessariamente azioni deliberate per ostacolare la possibilità che siano debitamente rappresentati.

    Giacché i paradigmi economici sono anche applicati alla democrazia con modelli che rappresentano la competizione di idee in un mercato elettorale (es. teorema dell’elettore mediano e paradosso dei due gelatai) sarebbero anche potenzialmente identificabili delle distorsioni alla “concorrenza”.

    Il fatto che alcuni contenuti politici possano essere rappresentati come perniciosi per una sola questione di “magnitudine” (fallacia genetica) è una solerzia peculiare se si consideri che così si maramaldeggi su gruppi che per “fattori di scala” siano già svantaggiati.

    Proprio sul CONSIP il costituzionalista Gianluigi Pellegrino (in un intervista su Repubblica del 7 agosto) considera la possibilità che le regole possano aver contribuire a certe distorsioni e svantaggiato piccoli imprenditori.

    Se c’è una differenza con la percezione politica sembrerebbe quella che rinunciare alla possibilità di “esistere” in un determinato contesto non causi la stessa disperazione.

    Poi -certo- a seconda della gravità di certe distorsioni la volontà di rinunciare (come l’astenersi) potrebbe al massimo accelerare un inevitabile cambiamento in peggio.

    PS: Un “gioco” che molti non faranno mai è pagare per vedere l’effetto che farebbe il crollo dell’astensione al risultato delle primarie di un partito che ama vantarsene: cosa cambierebbe?

  2. fernando scrive:

    Sull’orlo dei 70 ricordo che il conte Airoldi, grande galantuomo ai tempi che furono, era anche imprenditore del tessuto non tessuto in quel di Roma. Stava “correndo” per una gara di appalto per le lenzuola della ferrovia, che mi disse “Fernando, vieni con me stasera che ti voglio presentare un persona importante!”. Andai e, usciti dalla piccola stanza in cui era l’ufficio dell’uomo, lui, soddisfatto mi disse: “vedi Fernando, quello era un boiaro di Stato, lui decide per tutti” Era un palermitano, elui perse la gara assegnata a qualcuno che orbitava nella sfera della camorra! Ne consegue che il movimento 5stelle, vincerà ragionevolmente le elezioni, massacrando, politicamente il PD. Ma quello sarà un punto di partenza solamente. il dopo dipenderà dalla capacità di scelta dei boiari cui appoggiarsi per fare le cose. E la trasparenza sarà il veicolo politico più importante. De Gasperi in trentino ha fatto e sta facendo cose egregie, ma anche per gli altri il compenso dovrebbe essere misurato sull’efficienza e sul merito, ricordando però che i senatori dei primi secoli della repubblica romana erano tenuti al segreto in caso di guerra da dichiarare! Quale potrebbe essere una soluzione accettabile? quella di cambiare il regolamento penale inserendo una disciplina che “disgrazi” le famiglie dei corrotti e dei corruttori, un po’ com’era prima di Lucio Cornelio Silla.
    abbiamo un codice penale che sembra scritto da Macchiavelli che, nel principe scriveva: “… perché li uomini sdimenticano più presto la morte del padre che la perdita del patrimonio” il che ha avuto notevole influenza sul Beccaria nostrano.
    Per raggiungere l’obbiettivo bisogna ristabilire il rapporto umano tra persone e non fra capitale e persone com’è adesso. azzerare la prescrizione e rinforzare la disciplina del pignoramento dei beni da parte dello stato.

  3. Fabrizio scrive:

    Cronistoria degli uni che gli…
    Correva l’anno 1993 e D’Antoni, Segr. CISL, incomincia a credere al miracolo italiano “Berlusconi e il milione di nuovi posti di lavoro” – “Decreto Giugni” – “Interventi selezionati a favore de Mezzogiorno”.
    Correva l’anno 1997 e al Congresso CISL D’Antoni l’altra proposta/idea, dal credere al miracolo italiano, “Negoziamo il Futuro”.

  4. Fabrizio scrive:

    Premessa: il 12 Giugno 1988 , Basilea 1 “Comitato Cooke”, Dichiarazione dei principi concernenti la prevenzione dell’uso criminale del sistema bancario a fini di riciclaggio denaro.
    La Svolta Monetarista , il Nuovo Ruolo del FMI , la Crisi in Argentina(coda della crisi in Messico), la Crisi Asiatica , gli Anni dell’Euforia dal 1993 al 2009.

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