Erdoğan è quello lì

«La preoccupazione per una situazione fuori controllo in un partner Nato come la Turchia lascia spazio al prevalere della stabilità e delle istituzioni democratiche». Ecco una frase infelice, pronunciata sul finire del tentato golpe (?) che, una settimana fa, nella serata e nella notte di Istanbul e Ankara ha riempito piazze e vie di carri armati e colpi di fucile, lasciando sul terreno circa 200 vittime. E se non ci fossero state quelle, si potrebbe anche sorridere dell’atteggiamento avuto dai leader di mezzo mondo nelle ore dei fatti, così come dei golpisti (?), dilettanti allo sbaraglio presi a calci da cittadini disarmati.

Il tentativo di colpo di stato è fallito; certo, a me i putsch condotti dalle forze armate non sono mai piaciuti, e quello del 15 luglio scorso non fa eccezione. Essere “sollevato” e tifare per la “stabilità” del governo di Erdoğan, però, davvero, non mi riesce e non mi è riuscito fin dalle prime ore dell’accaduto. Oggi, il presidente turco mostra il suo volto, perseguendo, con l’accusa di tradimento, non solo i militari che l’hanno messo in pratica (e pure in quel caso, con metodi davvero inqualificabili), ma anche giudici, insegnanti, giornalisti. E di cosa dovremmo stupirci? Erdoğan è quello lì, quello dei giornali chiusi con la forza, delle repressioni di piazza Taksim e di Gezi Park, quello del massacro dei curdi e dei militanti del Pkk con la scusa del terrorismo; cos’altro ci aspettavamo? Che diventasse, d’un tratto, un campione della democrazia?

Nel fallimento di quel colpo di stato (e ci sono molti che sostengono che non sia mai realmente avvenuto, nel senso di azione spontanea degli oppositori), il capo della nazione turca ha trovato il modo per rigenerarsi, plebiscitariamente, come guida di popolo e, rafforzato dalla prova (?) di presa del potere con la violenza, ha colto l’occasione per fare quello che da tempo aveva intenzione di compiere: mettere al bando tutte le opposizioni.

Già dalla mattinata di sabato, a poche ore dal tentato golpe, il governo aveva già migliaia di nomi nelle sue liste da perseguire, arrestare, condannare: credere che siano state il frutto di indagini lampo è fare un torto all’intelligenza di ciascuno di noi. E poi, il prosieguo non poteva non essere quello che è stato: inasprimento della sua azione, leggi straordinarie, addirittura il ricorso, per il momento solo ipotetico, alla pena di morte.

Ma se non possiamo dirci stupiti, non abbiamo nemmeno la possibilità di fingerci indignati, noi occidentali, intendo. Cos’è la proclamazione dello stato d’emergenza di Erdoğan se non un provvedimento della stessa natura “emergenziale”, seppur con le diverse e doverose differenziazioni quantitative, del Patriot Act americano o di quanto fatto dal governo francese? E davvero, nell’Occidente democratico e liberale, garantista e difensore dei diritti civili, non ci sono questioni ancora irrisolte, come la pena di morte o la tortura?

Con Erdoğan trattiamo la gestione dei flussi migratori, in pratica subappaltandogli la responsabilità sui profughi siriani, gli diamo dei soldi perché ce li tenga lontani, foraggiamo il suo governo, che poi fa quelle cose, per non avere tra i piedi quelli che fuggono da una situazione ancora peggiore: con quale serenità d’animo adesso ci ergiamo a censori del suo comportamento, senza nulla dire delle condizioni e della qualità di vita a cui quelli che alle sue cure affidiamo per non averli nelle nostre saranno sottoposti?

Tanto, alla fine, comprerà altri nostri prodotti militari e civili, e tutto sarà dimenticato.

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2 risposte a Erdoğan è quello lì

  1. Fabrizio scrive:

    Come ci insegna un proverbio antico, certe persone e’ meglio perderle che trovarle !
    Ma chi le va ha trovare? Il problema e’ quello li! Chi ha voluto fare il patto sull’immigrazione con la Turchia e avallato , nella forma e nel contenuto,da attori politici italiani?Il problema e’quello li!

    Come mai e perche’ l’Albania ha approvato, proprio in questi giorni , la riforma della giustizia che gli puo’permettere l’ingresso nell’UE?

    Come mai e perche’ era stato annunciato , prima dei fatti accaduti , l’incontro a Ventotene tra, i non piu’ quattro, i tre attori rimasti al tavolo……….

    Come ultimo fiore all’occhiello del meglio perderla che trovarla e’ :
    Le riforme o sono di tutti o non lo sono!
    Come mai un referendum confermativo anziche’ abrogativo e perche’ ?

  2. Fabrizio scrive:

    In conclusione , guardando in casa nostra “haime’ per noialtri”, Renzi e’ quello li;bufale un tanto al chilo , tanto per cambiare ; propaganda un tanto al chilo , tanto per diverso dal verso precedente.
    L’ultimissime sul cambiare e sul diverso dal passato verso:
    – in passato abbiamo avuto paura su banche, finanza e credito (propaganda)
    – il Pd e il governo intendono lanciare un guanto di sfida all’Europa ( bufala)
    – basta dibattito interno autoreferenziale ( propaganda)
    – io sfido i tecnocrati UE (bufala)
    – l’Italia leader per far si che l’UE ritrovi se stessa (propaganda)

    Sono passati quasi tre anni , nella sostanza , nel merito,le bufale e le propagande sono sempre le stesse,perche’………….. ?

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